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Maverick ha rilanciato Tom
L’incredibile successo di Top Gun Maverick che supera quello di Tony Scott
Pochi ci avrebbero puntato ma ora andiamo alla scoperta di un film che piace

Tom Cruise: Maverick gli restituisce gioia
Tom Cruise: Maverick gli restituisce gioia
La lunga volata per il lancio del sequel di Top Gun era stata accolta come da solita prassi del calendario showbiz,su tutto prevaleva un forte scetticismo verso Top Gun Maverick al quale in pochi attribuivano la possibilità di replicare il successo del film diretto da Tony Scott nel 1986. Il tempo trascorso poteva rendere problematico il tentativo di rinverdire ai nostri giorni una storia che per stilismo aveva fissato un logo epocale nel pubblico degli anni ottanta lasciando d’inverso aperta un’incognita sul modus ricettivo degli spettatori odierni. Il titolo che portò Tom Cruise nell’aristocrazia di Hollywood non pareva oggi il più adatto e opportuno per riportare in auge una carriera entrata nel sottotono. Poneva rischi insidiosi per Tom,la sua era una missione impossibile che avrebbe potuto ingessarlo definitivamente nel giro delle opinioni. Invece Top Gun Maverick non sembra incline all’anonimato dimostra da subito una caratura da locomotiva che non s’addice al profilo dei sepolcri imbiancati. L’uscita del film accompagna il fragore di un enorme boom che in poche settimane si configura a livello mondiale come il primo dell’anno. Negli Stati Uniti giunge in cinque mesi a 716 milioni di dollari e con il resto del mondo sommerà un miliardo e 483 milioni,ma ciò che rende oggi palpabile questa ascesa é la certezza di aver superato in termini di spettatori almeno negli Usa la pellicola di trentasei anni fa. Leggendo in filigrana i dati sensibili di Top Gun Maverick notiamo un andamento omogeneo senza cedimenti che testimonia una presa del pubblico incondizionata ad ogni latitudine. Il cammino in Italia del film stabilirà una controtendenza ad una complessiva situazione depressa realizzando tredici milioni di euro totalizzati grazie a 1 milione e 768 mila biglietti venduti e fa scalpore il numero di spettatori (6.600.000) che l'hanno visto in Francia. Nessuno ci avrebbe scommesso sopra ma le paure e i timori ben poco auguranti della vigilia sono svaniti,l’apparente sfida dell’ostacolo formato dalle sirene di un altro gusto generazionale si sgretola per superiore potenza attrattiva. Allora quali sono i motivi per i quali fortuna e trionfi hanno guidato con sicurezza la strada del film? Maestri del marketing in prima fila? Non ce n’era bisogno. Assistiamo ad una fenomenologia collettiva che a volte fa andare e ritornare al cinema molto meglio della coercizione pubblicitaria,perché una vicenda sa far parlare di sé,dialoga con lo spettatore,mostrando come la forza cinematografica continui un encomiabile cammino mediatore contraddistinto da oltre un secolo. Siamo persuasi che la spinta del pubblico sia stata determinata in principalmodo dalla bontà non comune di storia e sceneggiatura. La pellicola diretta da Joseph Kosinski continua a ruotare attorno all’accademia di volo d’élite istituita nel 1969 appunto detta Top Gun. Ora Maverick (Tom Cruise) farà l’istruttore ma il talento di una volta non basta più quando nodi antecedenti potrebbero andare a bloccare fondamentali sviluppi di lavoro per altri esegeti della marina militare. In Maverick non troveremo certo la trappolona di un passato riemerso in forma melanconica,ma il tempo attuale diverrà uno spazio dove egli dovrà ricostituire il senso di una tragedia sopita,intercettare motivi oltre il guscio della perfezione professionale,scovare e sconfiggere dubbi che potrebbero svilire ragioni se non interi risultati di una missione da compiere. Non è un compito facile per l’uomo tantomeno per il pilota eppure la competizione lievita come eccitante che preme e snerva il gruppo mentre si smorzano completamente le tentazioni retorico militari un po’ presenti nel film capostipite. Del resto si respira un’aria laica in tutti i personaggi e le loro tendenze alla libera esposizione assecondano tratti anarchici dei caratteri che contrastano con quelli ortodossi dei superiori. I capitoli sciolgono i principi attivi delle azioni,elaborano  tensioni,sondano variabili umane con il favore del colpo di scena creando attenzione sulle vulnerabilità. E’ una condizione narrativa ottimale che a volte ritorna portando con sé il decisivo segno di perenne modernità. Il pubblico è conquistato dal lato avventuroso di Top Gun Maverick che si circonda di adrenalina,mentre ognuno pare proteso nel palco a cercare una personale chorus line che li faccia vibrare di immenso o più semplicemente di aver raggiunto una meta dichiarata improbabile. Non dimentichiamo aspetti visivi che se goduti sugli schermi Imax imprimono maggiormente alle simulazioni dei duelli aerei non la virtù del videogame ma l’illusione perfetta di scoprirsi nelle soggettive dei cieli.
Franco Ferri