Berlinguer (Elio Germano) e il vero Berlinguer
Berlinguer,la Grande Ambizione fin dal titolo congiunge il protagonista con la propria idea di progetto,da non confondere in un desiderio riposto di cabotaggio privato,ma come sottolineava Antonio Gramsci va considerata quale ipotesi per il bene collettivo; Un’utopia di popolo raggiungibile con illuminato pragmatismo. Perseguire l’avanzata delle masse al fine dell’attuazione di un programma comune,solidale,condiviso nell’ideale di socialdemocrazia era l’obiettivo che si prefisse il leader. L’Italia in quegli anni era stretta tra Patto Atlantico e Blocco Sovietico e le due superpotenze che dominavano il mondo non avrebbero consentito la crescita di una terza via. Il film segue un tragitto binario avendo cura di indicare e sovrapporre quanto il rapporto tra l’uomo e la sua determinazione etico-politica abbiano avuto un peso eccellente negli anni settanta italiani. Enrico Berlinguer (Elio Germano) fondava una consistenza cristallina partendo dall’essere,che veniva sostenuto da coerenza privata e pubblica quando il primato della questione morale sarebbe divenuto un forte esempio per tutti. Volendo far raffronti con i politici di oggi si noteranno con chiarezza smisurate differenze di sostanza in tanti particolari,ma sopratutto per aver avuto capacità superiori di gestire faccende interne e relazioni esterne,che furono espresse degnamente con azioni politiche versatili consentendo la larga ascesa del consenso popolare. Interrogandoci con spirito leggiadro verrebbe da pensare se ciò che vediamo filmato e storicizzato fosse per caso la vita di un marziano in transito nel paese. La pellicola per il vero non trasfigura,non cerca il ritratto biografico da santificare o l’effetto sopra le righe,il fine che evidenzia è quello dei fatti accaduti,le svolte che si presentano repentine,la caparbietà su cose e persone,mentre il riservato carattere dell’uomo aveva probabilmente consapevolezza dell’importanza sociale del lavoro svolto. Andrea Segre attraverso,immagini di repertorio,ricostruzioni adeguate e dettagli ponderati,mette il focus su alcuni anni di vita italiana segnati da passi di progresso che mutarono la figura dell’Italia. Come fosse un documento didascalico acquisisce nel rigore stringato delle immagini le risultanze di un periodo in cui il segretario del partito comunista ottenne per il voto crescente alle urne un ruolo decisivo nel contesto internazionale. Comincia nel 1973,quando Berlinguer voleva evitare che l’avanzata imponente della classe operaia potesse esplodere come nel Cile di Salvador Allende fermato dall’orrendo colpo di stato eseguito dai militari di Pinochet. L’America di Nixon,la borghesia industriale con a capo Agnelli e voci sempre più ricorrenti facevano sembrare l’Italia prossima allo stesso crudo destino per mano fascista. In quei mesi il segretario impedisce ai suoi di far mosse eccessive che avrebbero favorito il golpe ma intraprende una strada che ritiene necessaria,non rinviabile:Allontanarsi dall’influenza di Mosca ritenendola ostile e non più funzionale a nuove scelte del Movimento. La sua visita in Bulgaria fu segnata da un misterioso attentato che pose il ruolo del politico in stato di effettiva crisi nei legami con i Sovietici. Intuisce che la rappresentanza dei lavoratori (un italiano su tre votava comunista) potesse affermare il proprio cammino storico solo in un sistema pluralista e democratico. Berlinguer vede che la costruzione del socialismo nel paese dovrà trovare il contributo di forze politiche,organizzazioni diverse,così nasce il progetto del Compromesso Storico. Con l’interesse di Aldo Moro spinse per avere condizioni di un governo condiviso insieme all’avversaria di sempre,la Democrazia Cristiana ma il muro di gomma dei poteri forti e il rapimento dello stesso Moro posero fine nel 1978 ad ogni tentativo di voler cambiare. Il successo inatteso del film fa rilevare come l’uomo e il leader Enrico Berlinguer mantengano un feeling molto positivo con la gente che non sarà dimenticato.
Berlinguer,la Grande Ambizione per induzione capitolare e tematiche con nodi ancor oggi attuali,offre di riflesso uno spirito da film saggiamente impegnato e di libertà che il cinema italiano di questi anni ha evitato oppure convenientemente stemperato.