Ralph Fiennes in Conclave
Grazie a resoconti fulgidamente ricchi di mistero e a tutta una serie di concatenazioni dal sapore leggendario i giorni dell’elezione di un Papa appartengono a quei rari momenti dove le cronache non avendo accesso diretto sugli eventi di fatto danno vita a zone franche più adatte alla penna di scrittori fervidi che a quelle di provetti giornalisti. Il Conclave,nella etimologia della parola deriva da
"Clausi Cum Clave” locuzione in lingua latina che descrisse nel 1268 una specie di prigionia a Viterbo,chiusa bene a chiave e senza tetto,dove i cardinali furono rinchiusi e isolati per eleggere poi Gregorio X. Le sedi vacanti della Chiesa duravano molti anni e quella forzatura diventò prassi comune producendo per certo elezioni più rapide,ma nei tempi che seguirono il Conclave assunse una dimensione rituale piena di fascino e non esente da influenze mitopoietiche. Il cinema se n’è sempre occupato di sponda quasi l’argomento infondesse trepidazioni a iosa e la non presenza di documenti rigorosi lasciava ad esegesi di sola fantasia. Negli anni d’oro della commedia fu l’episodio,
Il Santo Soglio di Luigi Magni con Nino Manfredi tratto dal film,
Signori e Signore,Buonanotte,a dare con sarcasmo una sferzata irriverente al tema imprimendo con vigore laico quel senso di libertà possente che in anni successivi andò perduto. Oggi nel cinema italiano non è possibile pensare e realizzare qualcosa (da un punto di vista atipico) che non sia il consueto ricorso a forme soltanto ossequiose e decorative.
Conclave di Edward Berger è un film che restituisce all’evento l’efficace passo descrittivo ma riesce a declinare con efficacia tante sfumature senza mai tralasciare il ventaglio delle aspirazioni e il tormento dei dubbi. Uomini e fede vengono messi a prova nei giorni in cui la Chiesa dovrà produrre una leadership salda e pronta a sfide prossime,mentre la società è in preda ad un malessere che sta sfociando in violente manifestazioni. Apprezzeremo la fase creativa,drammatica dentro e intorno alla vicenda elettiva,eppure la pellicola manterrà comunque un radicamento italiano sia per le location che per numerose maestranze di produzione. Ma c’è un immaginario molto nazionale nella storia di non secondario rilievo che mostra come nella Chiesa Romana si muovano molteplici anime e interpretazioni culturali peraltro spesso in discordanza tra loro. Il personaggio del Cardinale Tedesco (Sergio Castellitto),rappresentante della Curia italiana con ottime chance di ascendere al Papato,fissa la linea di una battaglia dai connotati politici che motiveranno l’intera storia. Uomo dal carattere arrogante e di tendenza reazionaria spinge le proprie ambizioni con proclami molto sovranisti,avendo in serbo di annullare mezzo secolo di avanzamenti che non chiamano sempre alla condivisione unitaria degli altri. Il Decano del Conclave è Thomas Lawrence (
Ralph Fiennes),oltre la direzione del Conclave si occupa di far luce sulle ultime ore del Papa morto improvvisamente dovendo tener conto in particolar modo della funzione universale della Chiesa in ottica futura. Trova un buon alleato nel Cardinale Aldo Bellini (Stanley Tucci) ma Lawrence e Soglio Papale potrebbe essere il binomio meglio spendibile per l’identikit da disegnare? Qui si giocano le carte interiori più riuscite del film tra le capacità di voler imprimere cambiamento come Cardinale e le paure ancestrali dell’uomo timorato. Nella Cappella Sistina sbarrata dove ogni rappresentante religioso non potrà ingannare se stesso,anzi deve per forza palesare ai colleghi un legame non necessariamente mistico,il compito di Lawrence invece apparirà per stoica applicazione quello dell’investigatore. Alla stregua di un Poirot ecclesiastico cerca di far emergere ogni possibile dissonanza con il Trono di Pietro. Una partita ad eliminazione diretta che fa sembrare il tutto un giallo rovesciato e avvincente,in cui scoprire il responsabile non avrà l’equivalenza di un misfatto ma la certezza di avere innanzi un carisma per vestire la tonaca bianca. Grandi sorprese attendono il pubblico e pare giusto in questo caso citare Arthur Conan Doyle.”
Una volta eliminato l'impossibile ciò che rimane,per quanto improbabile,deve essere la verità”.