Margot Robbie é una Barbie innovativa
Sta entrando nella storia del cinema alla velocità di un fulmine. Poche settimane sono bastate a
Barbie per smuovere una fenomenologia che nessuno avrebbe mai azzardato in sede di pronostico. Diretto da Greta Gerwig,quella di
Lady Bird,frantuma record in ogni parte del mondo offrendo proprio nei primi giorni d’agosto uno splendido regalo alla regista per il suo quarantesimo compleanno. Il film sembra avere un alone magnetico che attira e fa parlare di sé evidenziando sembianze di solito peculiari nei film carismatici dai quali del resto trae linfa l’essenza stessa del cinema. Mancava da diversi anni sulle vette dei box office una storia che fosse riuscita a coniugare intrattenimento con il pastello delle sfumature di qualità. Torna in auge per fortuna il form sperimentalista,quello nato sotto il concetto apparentemente non conciliabile di saper amalgamare storie commerciali con l’ellisse narrativa del cinema d’autore,per dirlo in parole semplificate. Il valoroso’innesto conferma un felice paradigma,
Barbie ha espanso nel pubblico una forza reale al netto di stereotipi facendo allietare,riflettere e dedurre con flessibile valenza sul pianeta femminile e non solo. E’ riuscito ad illustrare un quadro riconoscibile del macrocosmo sistemico e delle contraddizioni che avvolgono le difficili mescolanze nei ruoli di genere. Così il mondo Mattel e la varietà multiforme delle celeberrime bambole andranno a congegnare scorci iconografici,simbologie,non fermandosi al pretesto comic ma costruendo un particolare fantasy che ne riabilita l’immaginario un po’ sbiadito. Con maggiore immediatezza e un’aderenza che fanno scintillare gli aspetti significanti,il film porge allo spettatore la permeabilità di energie straordinarie,limitrofe,cariche di motivazioni,come da tempo invero non riusciva più ai supereroi seriali. Gioca sull’identificazione avendo in finalità una visione peraltro diversa del supereroismo,ma considera la condivisione di valori interiori sprigionati da una raffica di vitalità Rosa sorta dalla sensibilità di appartenenza. Le Barbie survolteranno brillantemente la realtà attorno rendendo assimilabile la vasta espressione contenutistica. Nondimeno l’intreccio si avvale delle inflessioni da commedia sapida a cui è legata Greta Gerwig,che rientrano in corso mostrandosi dal grandangolo di una lotta speciale per l’evoluzione;battaglia dei sessi o reciproco agreement tra uomini e donne? Alla Barbie,Margot Robbie,non basta più la gelida tempra di bambola ha coscienza della dimensione parallela e percepisce l’irrefrenabile richiamo umano. Barbieland e Mondo Reale sono separati fra loro con nature e svolgimenti assai discordanti quanto complicati,ma lei deve affrontare l’itinerario perché qualcosa sta cambiando il suo levigato corpo. L’improbo,fantastico viaggio insieme al fido Ken (Ryan Gosling) lascerà aperta una falla che provoca effetti disastrosi sulle due dimensioni coinvolgendo le creature della galassia Mattel e gli esseri umani. Barbie nel Mondo Reale è abbastanza sperduta però la sceneggiatura gli dà una spinta ispirata che sembra un rimando colto e leggiadro dal
Cielo Sopra Berlino di Wenders. Calarsi vicino agli umani non è la rinuncia della sua perfezione,userà vita ed emozioni degli altri per immergersi nelle nuove abitudini e capire a fondo il desiderio che l’ha inviata fin lì. Il patriarcato del Mondo Reale la rattrista,la rende ansiosa,ma l’azione dissonante che sceglie sarà l’unico modo per proteggere l’inviolabilità di Barbieland. Spicchi di musical e contaminazioni a tutto campo serviranno per mettere in scena la partita che contrappone l’assolutismo dell’ego al vigore animista di sponda femminile.
Barbie é divertimento che conduce istintivamente nel corridoio a volte stretto e contorto della rappresentazione sociale,ma la Barbie (attrice) gli dà la dote in più. La Robbie (Margot) esprime con incisività l’estesa gamma caratteriale,tra bambola e donna risulterà la playmaker del film confermando il talento che ha associato a recenti pellicole. Questo successo planetario cambia le cose,e in un’epoca di flebili luci che tramontano,l’alba scintillante della sua luminosità la indica con nitidezza quale nuova,vera diva degli anni venti.