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Interstellar, la frontiera temporale del possibile
Christopher Nolan vede scienza e trascendenza in simbiosi
Un’affascinante storia che parla di spazio e tempo con mente nuova

Interstellar: Anne Hathaway e Matthew McConaughey
Interstellar: Anne Hathaway e Matthew McConaughey
L’esplorazione del cosmo è il fulcro che sovrintende tutto il percorso di Interstellar,film dentro il quale si agita l’attitudine dell’uomo a rincorrere le proprie controversie,ad agitare i fantasmi della sconfitta irreversibile. A fronte di problematiche apparentemente senza soluzioni,molto spesso frutto degli stessi errori umani,è compito di una cultura positiva la ricerca della via d’uscita,la stessa che troverà luce sotto forma di progresso. Probabilmente se gran parte del mondo comincia ad aver fame senza eufemismi,il pensiero di fuga in avanti comincerà a ragionare in termini di specie collettiva e non più nel dispersivo,autolesionista lavoro di uomini soli al comando. L’avventura sontuosamente intimista voluta da Christopher Nolan,percorre lo spazio cercando di intercettare e adattare il concetto di infinito a ragioni profondamente evoluzioniste del nuovo secolo quasi giunto all’età matura. Il mistero è qualcosa di insito nell’uomo e la navigazione nell’universo non va commensurata all’idea di distanza,formulata in miglia o chissà altro,ma associata al parallelismo che libera principi e purezza di conoscenza. In ciò sarà facile ricondursi al cinema di Kubrick che portò il messaggio scientifico dentro parametri antesignani di linguaggio e significante metafisico senza cadere nei dogmi e negli stereotipi secolarizzati dalle religioni. Interstellar con gran merito va ancora più avanti perché ci porta all’ingresso di una metafisica pragmatica,quasi davanti ai nostri occhi. Non esiste più la convenzionale separazione tra il mondo del reale e quello meraviglioso di un'altra dimensione da vedere,immaginare come desiderio ascetico. Non c’è più il solco storico che divide scienza e trascendenza,tutto si trova dentro e intorno a noi perché nel messaggio pregnante troveremo il disegno che mette in testa il progetto umano di redenzione. Assume veste principale nel contesto della storia la definizione di tempo,non misurabile con i concetti simmetrici che conosciamo. In fondo anche nel nostro pianeta ci sono creature monocellulari che nascono all’alba e muoiono al tramonto e nel lasso di queste poche ore si condensa un’esistenza paragonabile a molti nostri decenni. Il concetto relativo caro ad Einstein torna in auge e avrà ruolo primario. Ricorderemo la magistrale sequenza in cui lo spazio emotivo fissato nel tempo trova la materialità espressiva catalizzandosi nella mappa di un palazzo virtuale con fondamenta nei ricordi,nell’impressivo dell’animo. E se passato,presente,futuro non fossero in continuità temporale come abbiamo sempre saputo?  Nolan riportando in sesto il cuore dei suoi esordi,Memento,trasferisce nell’itinerario attraverso i corpi celesti il calore razionale della scoperta,scelta forte quanto condivisibile possibilità che nasce dalle ceneri del dubbio favorendo l’ingegno. L’autore stilisticamente spinge la bidimensionalità di un cerchio a divenire sfera aggiungendo una prospettiva e regna qui la dinamicità del suo cinema inteso a imprimere suggestioni naturali agli spettatori. Possiamo definirla un’idea personale di tridimensionalità del racconto che si allarga dalle sfumature intense della pellicola usata,tuttora senza eguali nel confronto con il pack digitale. Non servono speciali lenti per avvistarlo ma la comune disponibilità della mente ad evolversi senza preconcetto. Studi e barriere da rompere i protagonisti li passano con disponibilità dallo schermo,se ciò può funzionare in molti comprenderanno la chiave saliente del film.
Franco Ferri
8 novembre 2014