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Dove osano i sognatori
Il box office mondiale dominato da “Inception” grazie al valore della sceneggiatura
Nel cuore della storia è presente il dna dei classici che si evolve in forme visionarie

Immagine da 'Inception'
Immagine da 'Inception'
Il film di Nolan ha raggiunto la quota per divenire il terzo incasso mondiale del 2010,con oltre il 60% del totale raggiunto fuori degli Stati Uniti. In ogni paese la presenza di massa ha coinciso con un interesse davvero di culto fatta esclusione dell’Italia dove si sta verificando una partecipazione più tiepida che comunque ha cause ben precise. La storia possiede implicazioni molto in sintonia con una visione conoscitiva e prospettica che attira da vicino i giovani. Il suo successo globale è frutto anche di una sceneggiatura (dello stesso Nolan) che implica aderenza emotiva,oltre che riflessiva,vicina alle narrazioni tipiche dei grandi action movies. Nel cuore di Inception si nota di primo impatto uno svolgimento ad architettura classica che ha illustre dna,ereditandone capisaldi archetipi. L’aria che tira è vicina al soggetto di Dove osano le Aquile, film del 1969 di ambientazione bellica,nel quale una collaudata squadra deve cercare di liberare un importante militare depositario di segreti fondamentali rinchiuso in un’inespugnabile fortezza,fra strade impervie e ritmi che alternano ambiguità e tradimenti. Proprio da questi passi il regista inglese costruisce un altro interessante segmento fra i vari livelli  evolutivi presenti nel film,rimescolando un canovaccio della classicità,elaborando adattamenti spaziali alle sue esigenze ultra visionarie.

Dove osano le Aquile
Dove osano le Aquile
La necessità di impostare un affresco lontano da una location reale ma ugualmente credibile nel costruire i luoghi della mente fa visualizzare significati astratti e simbologie psicoanalitiche attraverso figurazioni e movimenti ben determinati. Questo in termini di scrittura significa dare intreccio a situazioni particolari che normalmente avrebbero una costruzione di tipo geometrico ma in questo caso sarebbe rimasta irrisolta la definizione di una temporalità non convenzionale. Viene proposta invece a modo di tanti avvicendamenti che irrompono nella struttura della pellicola generando una sorta di sequenziale interfacciamento. In questo modo il sogno dell’uno penetra su quello degli altri e viceversa con esatta tempistica dell’incastro narrativo,mettendo a fuoco una credibilità cinematografica che restituisce con gli interessi un senso pluridimensionale di profondità e spazialità ma riconducibile ad una percezione comunemente comprensibile del racconto. Pochi anni fa sarebbe stata impossibile,anche in termine produttivo gestire una tale mole di pensiero in versione cinematografica.  Soltanto un’impresa di scrittura davvero eccellente poteva permettersi un centro di gravità che restituisse in termini di comunicazione un approfondito patrimonio concettuale ed in egual misura un elevato senso dell’intrattenimento.
                                                                                                 Ottobre 2010
F. F.