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Zach, la saggezza della follia
Un plebiscito per l’interprete de “Una Notte da Leoni 3”
Talento e indisciplina lo consegnano fra i big della commedia
Ora è nell’agenda dei grandi registi

Zach Galifianakis
Zach Galifianakis
Il successo crescente che hanno ottenuto i film della trilogia Una Notte da Leoni,in particolar modo presso il pubblico italiano il terzo episodio,va attribuito senza ombra di dubbio al personaggio più incalzante,ad un interprete che sa unire la scena di carisma spontaneo oltrepassando gli argini angusti della maschera. Zach Galifianakis (immagine a lato) per questo rappresenta il volto che ha avuto il miglior impatto degli ultimi anni nella comedy con la trascinante carica,la battuta sorniona tra follia e intima saggezza. Tutti lo conoscono dopo la rapida affermazione di Una Notte da Leoni ma il personaggio ingombrante,non solo per il fisico,che spesso rimette in gioco con le stravaganze la indeterminata condizione degli amici di sempre,nasce e si consolida da lungo tempo. Quella figura dall’aspetto vagamente demodé,per questo mina vagante che contrasta a suo modo con il regno dell’omologazione,sa imporsi dopo una lunga gavetta nel mondo della tv dove non solo presta la faccia ma si afferma anche come scrittore delle series alle quali collabora. Questa ambivalenza dei ruoli nelle corsie della comunicazione lo accumunano per talento ed esplosiva empatia con un altro mitico talentuoso qual è ricordato John Belushi. Eppure in quell’aria apparentemente svagata non ci sono elementi forzanti che inducono allo straripamento della scena,nel suo carnet esiste un nonsense mai artificioso in linea diretta con una mitezza di fondo. Scaturisce dal profondo,avvolto forse di irrazionale leggerezza,ma s’impone con energia fulminante tutt’intorno portando il clima della scena verso un apice imprevisto. Ha affermato un comune denominatore esemplare nell’arte dei grandi comici ovvero la capacità di trovare un punto di equilibrio fra ego e circostante preferendo il gioco della vita antidoto alla tragicità ineluttabile della medesima. Intuisce i sintomi della prevedibile sconfitta optando per l’assurdo grottesco,folle balletto nel limite di quei pochi centimetri che separano dal baratro. C’è in lui quel tocco malinconico,del resto patrimonio comune ai grandi della comicità,che lo fanno identificare con le vite di tutti ma possiede il dono dell’unicità, sovvertitore fulmineo quanto inconsapevole delle leggi di gravità esistenziale. Il gesto inconsueto e surreale dotato del boost più anticonformista,stabilisce il lato positivo,rigenerante della commedia. Forse la saga della Notte da Leoni senza la presenza di Zach avrebbe avuto un destino diverso,un po’come nello sport la squadra priva di un faro,c’è da scommettere che sarà molto richiesto. L’atipicità che sa esprimere è quella congeniale alle storie senza confini,i prototipi di un cinema sempre in movimento. Nel prossimamente,dopo un’altra commedia insieme a Owen Wilson,sarà un autore fra i più quotati, Alejandro González Iñárritu (Babel),a testare le sue potenzialità.
Franco Ferri
11 giugno 2013