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Venezia s’inchina al potere di Faust
Il Leone d’Oro al film di Sokurov ispirato ad un tema classico
Venezia 2011 dimentica le pellicole che hanno infiammato critica e pubblico
Clooney,Polanski,Cronemberg,Friedkin erano inferiori a Crialese?

Venezia 68 si chiude con una premiazione che lascerà sicuramente polemiche. Il Leone d’Oro va a Faust di Aleksander Sokurov,quello d’Argento per la migliore regia è stato assegnato all’autore cinese Shangjun Cai per il film Ren Shan Ren Hai (People Mountain People Sea). Il Premio Speciale Della Giuria è appannaggio di Terraferma di Emanuele Crialese. Per quanto riguarda le interpretazioni la Coppa Volpi per il miglior attore viene consegnata a Michael Fassbender,protagonista del film inglese Shame di Steve Mc Queen. Per la versione al femminile la preferenza è toccata a Deanie Yip per la pellicola Tao Jie (A Simple Life) di Ann Hui. Il premio Marcello Mastroianni dedicato ad un giovane attore/attrice emergente,quest’anno si è orientato verso l’accoppiata Shôta Sometani-Fumi Nikaidô interpreti del giapponese Himizu di Sion Sono. Il premio Osella per la migliore fotografia viene attribuito a Robbie Ryan che ha filmato Wuthering Heights (Cime Tempestose) di Andrea Arnold. L’altra Osella riservata alla miglior sceneggiatura prende la direzione della Grecia da cui proviene il film Alpis (Alps) di Yorgos LanthImos. Gli autori del plot premiato sono lo stesso regista,Yorgos Lanthimos insieme a Efthimis Filippou.

Aleksander Sokurov con Il Leone d'Oro
Aleksander Sokurov con Il Leone d'Oro
Non verrà messo in discussione il valore di questa o quell’altra opera premiata ma si evidenzia una concettualità di fondo che ha praticamente escluso il cinema protagonista dello spirito di questo 68°Festival di Venezia. Un fondo di cultura lontana dal dibattito e dai tempi di un cinema che sa affrontare temi pregnanti del presente,ha preferito i bilancini e le formule che spesso accompagnano la geopolitica anche nella settima arte. Il film di Sokurov era certamente fra i favoriti nel rush finale con una determinata quanto attualizzante espressività sull’uomo e il potere(quarto film dedicato al tema dall’autore) ma il suo linguaggio appartiene ad una fase della cinematografia leggibile come tradizionale,legata al circuito intellettivo che ha primeggiato tante stagioni fa. Farà felicissimi i cultori di un cinema alla vecchia maniera. Quando fra non molto ricorderemo la mostra,sarà inevitabile l’impatto con il linguaggio e la personalità di autori che hanno animato,convinto straripando le proprie energie fra i meandri della critica e il cuore del pubblico ma sono stati ignorati dallo score ufficiale.

Roman Polanski e 'Carnage' esclusi dai premi
Roman Polanski e 'Carnage' esclusi dai premi
Da Clooney a Polanski passando per Cronenberg ed arrivando a Friedkin hanno dato un’impronta benevola a questa rassegna perchè lo sguardo sull’uomo e sul mondo che hanno presentato si volge distintamente in avanti seguendo orme,pensieri della modernità in sintonia con un linguaggio cinefilo visto nei suoi momenti di evoluzione. Il tutto a dispetto dell’anagrafe di questi autori che ha permesso loro di vivere e veder morire svariati capitoli di cinema. L’unica strizzata d’occhio un po’ lateral,che la giuria ha voluto riservare verso un film al top per la critica internazionale è stato Shame di Mc Quenn premiando l’interpretazione. Sarebbe bastato un po’ di coraggio e una robusta dose di cinefilia,elementi che invece sono ben presenti nel Palmares di Cannes che anche quest’anno ha saputo indovinare il nuovo. La sorpresa fra i premiati risulta Terraferma di Crialese che nessuno vedeva in lizza nemmeno la truppa della critica nazionale di solito assai sciovinista. Una pellicola di qualità dignitosa ma i cui valori sono stati espansi a dismisura per stabilire una valutazione compensativa all'enorme presenza dell’industria casalinga. Il ministro Galan teneva molto per un premio all’Italia e il giurato Mario Martone  disse a voce alta,“saremo attenti ai film italiani”.
Franco Ferri
12 settembre 2011