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Tony Scott, la verità nel thriller
La scomparsa del regista inglese amplifica voci inquietanti in Usa
Con la sua capacità multiforme seppe tener testa al carisma del fratello Ridley

Tony Scott
Tony Scott
All’improvviso,come un dramma che spesso maturava ed esplodeva nei suoi film,Tony Scott se n’è andato. Si rincorrono negli States voci dubbiose e inquietanti dal sapore romanzesco sul tragico epilogo,un suicidio inspiegabile,una malattia presunta che metterebbero seri interrogativi ad una verità accettata dai media. Non è il prologo di una sceneggiatura a tinte ambigue che sarebbe piaciuta al regista inglese ma un evento che ci lascia con il solo,triste sguardo ad una filmografia che di colpo si è fermata. Avremmo preferito un’opinione a fari accesi su un suo prossimo film che non ci sarà,ma l’esigenza di un ricordo può raccogliere il fulcro di una personalità comunque poliedrica e viva che lascia nel cinema traccia importante. Nel 1983,quando il fratello maggiore Ridley era già considerato autore di culto,con spirito di emulazione passò alla regia realizzando Miriam si sveglia a mezzanotte,dove attraverso l’esperienza passata da direttore della fotografia e montatore riuscì a temprare e rielaborare lo stile horror dando vita ad uno dei primi sofisticati dark movies. Poi vennero i grandi successi da Top Gun e Un piedipiatti a Beverly Hills 2 a Giorni di Tuono ma ci piace evidenziare i momenti migliori,quelli che lo hanno accompagnato verso una fase importante e matura del suo cinema. The Fan- Il Mito (1996) si avvale di una delle ultime interpretazioni memorabili di Robert De Niro, resta un thriller che visualizza nell’atmosfera il disagio esistenziale l’ossessione dei personaggi. Ambientato sullo sfondo del mondo dello sport,distilla l’animo noir dei protagonisti,dal campione osannato al tifoso fideista,trovando lo spaccato ideale e l’altra faccia di una società. La popolarità viene analizzata dentro nevrosi e ambiguità di un ambiente esprimendosi con lo stile narrativo a lui congeniale.

Altrettanto complesso e dinamico è Nemico Pubblico - Enemy of The State (1998). Il film (foto a destra) rappresenta il moderno traghettamento dell’action movie negli ingredienti con pathos civile e pieni di input di libertà. Va considerato come l’evoluzione più contemporanea di una storia tipo I Tre Giorni del Condor  di Sidney Pollack,in un certo qual modo il capostipite illustre,superandolo in claustrofobico pessimismo specchio dei tempi. Attraverso le sfumature della fiction apre verità sul mondo globalizzato delle telecomunicazioni,concentrandosi sulla deriva di predizione Orwelliana che la tecnologia stava prendendo. Il mondo digitale diviene una rete nascosta per tracciare,controllare i movimenti di ogni cittadino e l’impostazione catartica e adrenalinica della pellicola non nasconde l’impegno civile nel denunciare l’uso politico e dispotico fatta dal governo. Si gioca sulle nostre teste la connessione interattiva dei sistemi di comunicazione,una rovente caccia all’uomo nel dramma di individui senza più dignità e privacy anticipando scenari socio politici degli anni 2000. Altrettanto complesso e impregnato di idealismo Spy Game (2001) uno dei film meglio riusciti sul periodo caotico attraversato dall’ambiente dell’intelligence nel dopo muro di Berlino. Al centro dell’attenzione sono ancora gli uomini,nello specifico agenti dei servizi segreti,abbandonati a se stessi e al destino in nome di nuovi scenari politico economici delle superpotenze. Anche in questo caso c’è una dura lotta per la sopravvivenza e l’elemento chiave sembra essere la delusione,l’impossibilità di trovare senso ad una giusta causa alla quale dedicarono la vita.
Franco Ferri