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Tom Hooper: ”Il discorso dei miei film, poi farò Cats”
Il premio Oscar racconta segreti e impegno etico che segnano le sue storie
Tornerà al cinema con uno dei lavori più memorabili della storia del musical

Intervista di Franco Ferri

Tom Hooper
Tom Hooper
Se qualcuno s’immaginasse il volto e la personalità del regista dopo aver visto in apparenza film come Il Discorso del Re,Les Miserables,The Danish Girl penserebbe all’istante a qualche austero signore che ama perdersi in letture e nei ritagli più snob tramandati dalla storia. Tom Hooper è al contrario un ragazzo dai modi gentili che ha studiato nelle scuole di prestigio inglesi ma possiede una straordinaria percezione di stampo moderno. Colto,amante della cultura definita di nicchia,riesce nel medesimo istante a discutere di calcio con uguale preparazione,passione e conoscenza degli eventi. Forse è per questo che anche nel suo modo di far cinema emerge una certa coesione a tutto campo con le cose della vita riuscendo a scavare,estrarre dai personaggi descritti la magia esistenziale della scoperta. Il vincitore dell’Oscar per Il Discorso del Re,l’abbiamo incontrato mentre ancora si odono gli echi di un film di grande successo mondiale,The Danish Girl,quando invece sta per iniziare l’avventura di un’altra importante pagina di cinema. Una conversazione sui suoi film che apparirà come una sincera analisi ma anche un’interessante viaggio di un regista che fa del proprio lavoro la giusta maniera per condividere aspetti e avanzare prospettive sul discorso di un film. 

Quale criterio usi per scegliere il film da realizzare?
Mi devo innamorare delle storie che faccio. Sono attratto da quelle in cui personaggi sono alla ricerca di poter esprimere al meglio la propria identità,il loro vero essere. Questo l’ho trovato circostanziato nei rapporti personali del Discorso del Re,nei Miserables e in The Danish Girl,dove in modo speciale risulta fondamentale l’emersione del profondo.

Esiste una sensibilità comune presente in tutte le storie?
L’amore che lega i personaggi è alla base di tutto. Guardiamo nel Discorso del Re dove il rapporto che lega Giorgio VI° al logopedista Lionel,aiuterà il re a superare gli enormi problemi di comunicativa. Nei Miserables era la figura del prete a rappresentarlo,mentre in The Danish Girl sarà il sentimento di Gerda per Einar a giocare una spinta fondamentale.

Alicia Vikander ha vinto un Oscar per questa interpretazione riuscendo in modo sorprendente ad arrivare nel gotha hollywoodiano
Alicia si è calata perfettamente nella parte di Gerda,in un periodo come quello degli anni 20 dove non esisteva la parola transgender. E’ riuscita a immedesimarsi nella drammaturgia comprendendo i problemi del marito,amandolo senza pregiudizi. Credo che questo sia stato un punto di vista credibile e fondamentale nella comunicativa del personaggio.

Seppur ambientato quasi cento anni fa The Danish Girl non è un film accademico ma trasmette aderenza molto attuale alle problematiche e alle lotte per rappresentare la propria natura
Adesso più che mai,c’è una forte discriminazione verso le persone in relazione alla loro nazionalità,al dove sono nate,al loro sesso. Fare film rientra in questo impegno etico che aggiunge qualcosa in più ad un lavoro cinematografico sottintendendo in esso una forma di aiuto,lottando insieme a chi si sente oppresso.

Il pittore Einar Wegener é interpretato da Eddie Redmayne con molta partecipazione. Quali sono state le fasi salienti per dirigere l’attore in questo difficile ruolo?
Eddie Redmayne si è preparato un anno,ha lavorato sui movimenti,ha letto sui transgender,nonostante tutta questa mole di ricerca al momento di girare il film non si è sentito appesantito dal pressante background,non era gravato dal peso di immedesimazione,ma era duttile e leggero quando ha dovuto rivelare la figura di Lili (alias interiore) che rappresenta le fasi di mutazione nella personalità del pittore.

Il filo narrativo che esprime il contrasto tra Einar e la propria interiorità diventa una delle chiavi espressive del film. Questo sottile ed elegante dualismo verso il divenire come nasce ?
Parlando con alcuni transgender,affermavano che l’aspetto di separazione dell’io come se si trattasse di un rapporto tra due persone distinte non era corretto. Però ho preferito far così perché negli anni 20 sicuramente era un modo efficace per razionalizzare su se stessi questo difficile processo psicologico. La chiara espressività del dialogo tra Einar e Lili riesce a trasmettere a tutti noi l’impalpabile,sensibile e complesso percorso dell’individuo.

Resta evidente la cifra stilistica di The Danish Girl tutta incentrata sull’arte e su quanto questa sia permeata nell’ambiente circostante
Ho cercato di capire il mondo della pittura attraverso la cultura artistica dei personaggi,spesso la cinepresa resta statica come se fosse un occhio che si appresta a dipingere una scena,ma soprattutto l’arte si manifesta nella continua ricerca di bellezza dei protagonisti. Gerda la cerca nei tratti del viso di Lili,mentre Einar la rappresenta nel paesaggio,entrambi esprimono un’estetica visionaria che si ricollega tantissimo al linguaggio del cinema.

La particolarità della messa in scena tende quindi ad una metafisica che ingloba anelito esistenziale e senso artistico?
L’ideale metafisico si evidenzia proprio in quel versante espressivo della bellezza,quando Gerda vuol rappresentare i momenti a volte impercettibili della mutazione di Lili,la sua straziante,aspirata forma di nuova grazia. Qui il film deve partecipare il legame profondo con qualcosa di straordinariamente vivo e poetico seppur in apparenza lontano. C’è tutta la forza dei personaggi,le loro contrastate essenze che combattono per un irrinunciabile desiderio di cambiare.

Abbiamo parlato di storie già realizzate,invece cosa ci riserverà il futuro? Si dice che sei prossimo a dirigere l’attesa versione su grande schermo di Cats,leggendario musical per anni campione nei teatri di Londra e New York?
Probabilmente sarà così ! Stiamo valutando con la produzione ogni ipotesi di sceneggiatura anche se è prematuro parlare di cast. Sarà un’altra scommessa perché storia e colonna sonora avevano una ragione espansiva di ottimo livello mentre personaggi e situazioni dovranno trovare una dimensione originalmente cinematografica.

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