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Scusate ! La commedia è di destra o di sinistra ?
Fine d’anno nel dubbio amletico. Quando la politica s’impossessa dei film
Un campionario sospetto che strizza l’occhio alla conservazione

Leonardo Pieraccioni in quale direzione naviga ?
Leonardo Pieraccioni in quale direzione naviga ?
L’impronta della commedia generalmente staglia un segno molto permeabile per fare un’opinione puntuale sullo status di una società,sul minimo comune denominatore che si può ascrivere al senso storiografico di un periodo. Non è un mistero che lo stesso cinema italiano dei suoi momenti migliori sia stato in sintonia di crescita con le dinamiche culturali finendo per esprimere testimonianza e scintilla di libero pensiero. L’ellisse e il grottesco che si celano dietro il sorriso possono identificare con grande margine un ritratto complessivo. Anche di questi tempi in cui manca nei film italiani un livello di apice,di eccellente competizione qualitativa nel genere,si può usare lo schema ricorrente della comicità per sondare un termometro sociale. Sicuramente dalle pellicole odierne emerge una differenza sostanziale con la commedia all’italiana classica ovvero una condizione creativa molto meno indipendente che contribuisce a mutare il proprio dna in strumento di consenso alla pari del media televisivo. Paradossalmente anche l’assenza di talento o di qualsivoglia autorialità possono misurare il polso al livello culturale del paese seguendo i parametri del suo spirito più incolto e rozzo. Oggi il film italiano non richiede l’esigenza di moderne maschere e di situazioni che aprano sprazzi di ambiguo quanto sarcastico potere della risata,ma include sistematicamente lo stereotipo delle macchiette dove la potenziale risata ha effetto soporifero e di pura evasione fine a se stessa. In questo segmento ci pare giusto rilevare il fenomeno che ha concentrato spettatori negli ultimi mesi per Sole a Catinelle di Zalone. Se da una parte ha fatto felici le casse piangenti dei cinema dall’altro ha evidenziato una massa di pubblico appiattita su valori convenzionali. Si parla tanto di cambiamento,di voltare pagina brandendo fulmini e saette contro odiati politici ma nel quotidiano e nelle scelte consapevoli i grandi numeri della gente preferiscono ancora la contraddizione di valori pieni di ovvietà e risaputo. Letto in controluce il dato non rivela la cifra di un divenire,qualcosa che sta mutando,facendo vincere in realtà chi produce quei film che aiutano a mantenere lo status quo. Nelle opzioni di cultura si denota il profondo e il clima del periodo,evidentemente c’è tanta strada da compiere per crescere. Intanto,guarda caso,vari giornali hanno messo in scena un tormentone informativo che esulta e si accaparra i successi cinematografici. Alcuni quotidiani orientati a destra sono felici per questo vento comico che a dir loro sta da quella parte. Non solo Zalone ma pure Fuga di Cervelli,buon cavallo al botteghino,meriterebbe applausi oltre che per il successo per la profusione di elementi riconducibili alla destra. Altrettanto applaudito è Indovina chi Viene a Natale ? Il suo inserimento nell’area politica va considerato per motivi di scuderia o perché è stato sdoganato l’orrido permesso per deridere la diversità ? Dall’altra sponda,sinistra,è piaciuto il naif La Mafia Uccide Solo d’Estate in quanto fa sorridere osando parlare,moderatamente e con zucchero,di mafia. Anche Pieraccioni è in sintonia con il nuovo segretario Renzi,non tanto per Firenze,ma nel Fantastico Via Vai mette in discussione,sempre con prudenza,se stesso e la famiglia. E’ in corso lo spasmodico dibattito per sapere da che parte sta Un Boss in Salotto,poi sarà il box office a stabilire nuova maggioranza di governo ? Nella concezione contemporanea resta difficile comprendere il significato di una destra,sinistra,a meno che non le si confonda con l’indicazione vocale di una mappa da navigatore. Preferiamo valutare i film dal punto di partenza secondo una metrica che predilige il rapporto osmotico con valori di progresso e nei casi contrari con uno start up mancante a sinonimo di conservazione. Le commedie italiane di questi anni,non hanno autori versatili e potenti stile Wes Anderson o David O. Russell,appartengono tutte allo stesso partito,quello conservatore.
Franco Ferri
31 dicembre 2013