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Prima dell’Oscar
Festival di Berlino e Goya in Spagna premiano il cinema originale
Il sipario europeo anticipa l’imminente notte degli Academy Awards

La Premiazione
La Premiazione
Si è messa in moto da tempo la macchina che gratifica i film interessanti. In questa fase cruciale in attesa degli Oscar il motore gira sicuro proponendo i premi e i festival dove autori,interpreti,produttori sperano che i loro prototipi d’immaginario siano al massimo dei giri. Ad aprire il sipario è l’Europa con l’edizione numero 63 del Berlino Film Festival,una kermesse che con i suoi Orsi sta confermando anno dopo anno riconoscimenti ad un cinema rigoroso espressione di contenuti attenti alla società e alla rappresentatività di linguaggi opportuni. L’Orso d’Oro è andato a Il Caso Kerenes di Calin Peter Netzer,un film molto aderente e significativo nel raccontare la Romania odierna vista con gli occhi di una trama avvincente. La pellicola più premiata finirà per essere Epizoda u Zivotu Beraca Zeljeza di Danis Tanovic con l’Orso d’Argento,Gran Premio della Giuria e l’Orso d’Argento al miglior attore,Nazif Mujic. Per il regista bosniaco,Tanovic è una sorta di conferma del suo livello internazionale dopo che vinse l’Oscar per il miglior film straniero,No Man’s Land nel 2002,ma il doppio riconoscimento di Berlino è una specie di augurio per il successo internazionale del film. La scorsa edizione la pellicola danese A Royal Affair di Nikolaj Arcel fu insignita allo stesso modo dei premi alla sceneggiatura,e all’attore Mikkel Boe Følsgaard. Furono un biglietto da visita molto prestigioso che l’aiutarono ad ottenere buoni riscontri di pubblico e la candidatura nella cinquina dei film non in lingua inglese all’Oscar imminente.

 

Orsi d’Argento anche per la migliore sceneggiatura di Pardé dell’autore iraniano Jafar Panahi,e nella Speciale Menzione dedicata a Promised Land di Gus Van Sant. La Spagna ha celebrato nei 27°premi Goya il cinema nazionale che da alcuni anni produce storie ben visibili pure all’estero. La premiazione nasceva sotto buon auspicio per la cinematografia spagnola dopo che il 2012 aveva visto un incremento notevole al box office sancito dal 17,9 % massimo storico del ranking iberico. Protagonista in assoluto è stato Blancanieves di Pablo Berger che ha ottenuto 10 statuette,fra le quali,quella al miglior film,migliore attrice (Maribel Verdú) e miglior sceneggiatura originale. Molto attento a stili di cinefilia riadatta la celebre fiaba dei Grimm in format muto trasportandola nella Spagna degli anni ’20,in un bianco e nero tra gotico,tauromachia e soffusa sensualità che avranno determinante funzione nello svolgimento dell’intreccio. The Impossible,la storia dello tsunami,ha ricevuto 5 Goya fra i quali spicca la migliore regia di J.A. Bayona. Il film è il più visto di Spagna con oltre sei milioni di spettatori. Il francese Quasi Amici si aggiudica quello di miglior pellicola europea in una categoria dove il cinema transalpino ha fatto da mattatore avendo candidati anche Un Sapore di Ruggine e Ossa di Jacques Audiard e Dans la Maison di François Ozon. Nessuna buona notizia da queste parti sul cinema italiano,del resto non è più una novità,viaggia sull’onda dell’indifferenza internazionale standosene chiuso e involuto al riparo dai temi salienti del villaggio globale. Il tutto è anche patologicamente dimostrativo di una più ampia crisi culturale della società peninsulare.
Franco Ferri
19 febbraio 2013