Cinquanta Sfumature di Grigio
La strada maestra che fino a poco fa era stata solcata dal temperamento di Anastasia Steele (Dakota Johnson) pareva aver esaurito la sua mappa. La fragile,a volte insicura natura della ragazza assuefatta ai codici di sentimenti tradizionali,ha voltato pagina. Con ogni probabilità stenta lei stessa a riconoscersi dentro il caotico momento di pura sensazione di cui è protagonista ma della timidezza,estrema paladina di una femminilità complessa,non c’è più traccia. Christian,affascinante e temibile suo nuovo padrone,passa con mano sicura sul sinuoso disegno del corpo di lei un cubetto di ghiaccio che a quel contatto scatena per magico contrasto un invisibile bagliore di bollente piacere. In questa sequenza che riallaccia,per citazione o reminiscenza dovuta,
9 Settimane e ½ di Adrian Lyne troviamo la sempreverde linea iconografica dell’immaginario erotico ma nel dna di
Cinquanta Sfumature di Grigio c’è qualcosa di profondamente diverso e distonico rispetto al successo anni ’80 che rappresenterà sotto molti aspetti la differenza culturale di tre decenni trascorsi. Nel film con Mickey Rourke e Kim Basinger la sfida dei sensi risultava un modo cristallino e trasgressivo per appropriarsi di una libertà latente. Nel gioco dei corpi non esisteva l’esibizione fine a se stessa da trasmettere all’altro ma l’incondizionato,estetico rapporto che apre la porta percettiva. In fondo alla colorata,dionisiaca scatola di quella fantasia poteva volare di nuovo anche l’amore. Quest’ultimo nella storia diretta da Sam Taylor-Johnson sembrerebbe al contrario relegato ad un’involuzione di costume,lo svelerà il viaggio di Anastasia a contatto dell’incredibile,temerario affarista Christian Grey (Jamie Dornan),che esperto di marketing e profitto assegna al sempiterno sentimento dei sognatori il ruolo dell’inutilità. La relazione erotica,estrema,pericolosa,produttiva tra i due si addice ad una chimica da quantificare e nel gergo finanziario da includere in un elaborato contratto giuridico. Il sesso perde l’indipendenza alchemica quando s’inscatola nelle regole,la straorinaria carica di comunicabilità sembra cancellata. Ora s’eleva dai caveau bancari che hanno costruito il potere finanziario di questi anni e da esso eredita l’appeal per essere inquadrato in una dimensione del diritto. Alla pari di una ricchezza materiale diviene uno dei rami principali che esprimono e conducono il potere ma quello di
Cinquanta Sfumature si rivelerà nel dolore quasi a suggellare in quella compressione unita da sadico piacere l’approdo nella dimensione inferno paradiso lontana dall’offrire spazio al lirismo. Anastasia entra in punta dei piedi spingendo quella porta socchiusa,entrando nel labirinto inquieto mette a prova se stessa. Non è soltanto la partecipazione ad un eccentrico match,forse per lei denaro e cavilli legali non sono così importanti ma nell’intimo,segreto accordo che gestisce le fiamme sempiterne dei sensi vuol scoprire la perversa sottile esplosione oltre la linea dell’amore conosciuto. Il film nei passaggi che descrivono la tattica,irresistibile attrazione tra Anastasia e Christian risulta meno incisivo rispetto alle pagine scritte del romanzo di E. L. James,nel quale le parole incuriosivano meglio lo spessore rivelativo. Nello stesso tempo è una discreta parabola,seppur accennata o collaterale,di questi anni sotto la cappa del potere economico dilagante che ha forgiato a sua immagine e somiglianza i sogni e le speranze della società.