Benedict Cumberbatch é Doctor Strange
Gli ultimi mesi hanno presentato importanti novità sul piano narrativo per quanto riguarda i fantasy.
Suicide Squad,tratto dai
Dc Comics,aveva accelerato la prospettiva e le articolazioni dei personaggi dentro un contesto di squarcio irrazionale incoraggiando una lettura dai riferimenti astratti e informali. Veloce la risposta di casa
Marvel,implementando una mappa di racconto dove prende corpo qualcosa di altrettanto innovativo su tutto ciò che girerà attorno al
Doctor Strange. La figura di questo personaggio tende a rappresentare un punto di rottura improvviso che farà compiere alla propria esistenza una rivoluzione,un rivolgimento totale di solide convinzioni accettate dall’io e dalla comune abitudine con le logiche del materialismo. Stephen Strange ha svolto fino a pochi istanti prima una meritevole carriera per ottime qualità di neurochirurgo,poi ogni scalino della sua vita si sbriciola in un attimo dopo un violento incidente stradale. Quando i centri neuro muscolari delle sue mani resteranno compromessi,mettendo a rischio il proseguo della professione e ancor più quella sicurezza mentale fino allora mostrata pure negli eccessi,cercherà di trovare un rimedio agognato forse impossibile che soltanto il giorno precedente avrebbe aborrito per convincimento razionale. La forza disperata lo conduce verso il labirinto più impensato. In quel bisturi fino a qualche giorno fa simbolo di autorevolezza e spinta nel suo successo adesso vi riconosce il segno di un limite insormontabile,la tragica inversione di un destino spiazzato e spazzato via come l’inutilità delle macerie. Oggi con rinnovato e umile coraggio andrà a scoprire le frontiere ancora inesplorate di una medicina alternativa che guarisce e rigenera il corpo partendo dall’incanalazione di energie spirituali. Farà sua l’interdipendenza benefica tra psiche e organismo che può condurre all’auto guarigione della carne mettendo in moto straordinarie potenzialità presenti nel metabolismo umano. Le capacità intellettive di Strange si spostano sulla via della percezione attraverso tecniche introspettive che dovranno agire tra lui e sconosciute spazialità,formando e riadattando l’intero bagaglio personale all’interazione con una dimensione non visibile e forse temuta. Il film ha l’ardore del fiume in corrente impetuosa porgendo stimoli di dibattito che come tutte le sane discussioni portano alla foce,sapendo anche ricondurre gli elementi alla sorgente. Riesce a raccontare esprimendosi negli effetti coinvolgenti di una pellicola con origini
comics,ma spinge su rilevanti argomenti di portante causale per nulla stranieri in questo mondo.
Doctor Strange sotto il profilo
Marvel è l’avvento di un supereroe fuori dal concetto di fisicità modello
Avengers. Per comprenderci mentre quelli avevano il compito segreto di proteggere entro spazi e figure fisiche,quest’ultimo dovrà essere il tutore che sovrintende e marca stretto dai pericoli invisibili. Si evidenzia non tanto il ritorno puro dell’Angelo di evocazione trascendente che fa da bastione al pericolo del male,colui di natura incorporea disegnato su volontà di un misterioso progetto. Il risveglio di Stephen Strange,“
per prendere le ali” (citando Frank Capra),si risolve nell’ordine umano tra ambiguità e allegorie permeabili di un orizzonte collettivo. Il cammino spedito,seppur difficoltoso verso questa doppia valenza di spirito e corporalità,godrà di una struttura evolutiva apprendista e minuziosa. Indirizza di conseguenza all’attualità per ricordare dogmi formatisi in un filone del pensiero scientifico presente,quando sono statici e indisponibili a guardare oltre,beandosi sul proprio orticello economicista che non desidera aprirsi in maniera progressiva ad altre strade per curare o riabilitare l’uomo.
Doctor Strange racconta al cinema un'altra versione del supereroismo in poliedrica espansione alzando veli su certi interrogativi del divenire reale,non macchiandosi per incoerenza o falsità.