I Soliti Idioti
La struttura portante della produzione e distribuzione dei film italiani ha basato le proprie chance negli ultimi mesi sulla pressoché totale dominanza di film comici. Coloro che seguono le uscite in sala hanno potuto constatare una metodologia dilagante nel predisporre la programmazione di almeno due pellicole per settimana. La sicurezza del metodo deriva soprattutto dalla rarefazione nel mercato di molti soggetti distributori e dalla contemporanea manovra in afflusso verso un sistema oligopolista. Sempre più si evidenzia una matrice industriale televisiva tendente a concentrare sistema produttivo,distributivo,esercente che in definitiva risulterà fondamentale nelle scelte contenutistiche. La predominanza della comicità potrebbe individuare logiche socio culturali ben precise,nascoste fra le pieghe di una dialettica tipicamente economica,riservando anche per gli analisti cinefili sorprese considerevoli.
La Peggiore Settimana della mia Vita
Qualche tempo fa l’opinionista cinematografico di un grande quotidiano spagnolo,scriveva che nella quantità di film italiani comici di questo periodo si rilegge,fatto in rapporto con i tempi,la stessa leggerezza inconsistente del cinema spagnolo degli anni ’50 condizionato da fattori legati alla censura del regime politico di quell’’epoca. Per legarci all’attualità la comparsa nelle sale de
I Soliti Idioti non indica solo il titolo più recente di un successo della risata ma diviene emblematicamente l’apoteosi di un modo di fare film che ci interessa nella sua estensione complessiva. Non a caso sono usciti in questo periodo
La Peggior Settimana della Mia Vita,Matrimonio a Parigi e
Lezioni di Cioccolato 2 che a raffica mostrano somiglianze notevoli nel rappresentare lo stereotipo di una stupidità generalizzata,non limitata alla raffigurazione dei singoli caratteri,ma estesa in un più ampio panorama di mediocrità e disvalori collettivi.
Matrimonio a Parigi
Le sceneggiature scritte molto male si limitano ad un impianto elementare senza elaborazioni continue dei personaggi e delle situazioni a sospinta di una evolutiva forza coinvolgente delle storie. Viene assecondato un mondo irreale,che però ha la pretesa di riproduzione oggettiva nel momento in cui solletica lo spettatore con la volgarità estetica e l’identificazione caratteriale attuando la sublimazione di una decadenza lontana dal riscatto. Chi fa cinema dovrebbe cercare senza chiusure attenzione e analisi del come si fanno commedie nelle altre cinematografie. Molti esempi che giungono a noi anche di questi tempi ci offrono temi intelligenti e attuali estrapolando dalla vita quotidiana un distillato solubile che possa agitare i meccanismi del grottesco oppure farci riflettere sui contrasti resi acri dall’esistere ma dinamicizzati dal sorriso. In queste stagioni si sta diffondendo un fenomeno,di cui molti non hanno ancora preso piena coscienza,ma che ci conferma di volta in volta la faccia del cinema d’intrattenimento più brutto del mondo,se poi gli incassi al box office fanno lievitare l’enfasi mediatica si dirà che basta il feeling con il pubblico e non il suo senso critico. Abbiamo visto che esiste causa concomitante nelle ragioni dell’effetto,semmai sarebbe da approfondire il gioco dei meccanismi pubblicitari surrogati all’egemonia televisiva che investe nella gente irresistibile forza di etero direzione verso scelte cinematografiche di chiara origine nazionale.
F. F.