Clima rigido per Leonardo Pieraccioni
Giunti a questo punto dopo le festività natalizie si evidenzia il forte arretramento nel gusto e nelle preferenze del pubblico di quel genere che è stato definito con un fortunato appellativo,cinepanettone. Fin dall’uscita appariva evidente l’arretramento ma per non danneggiare eccessivamente la corsa del box office i media hanno cercato di proporre l’improbabile realtà di un recupero di mercato che alla resa dei conti non c’è stato.
Vacanze di Natale a Cortina ha perso rispetto al precedente episodio
Vacanze in Sudafrica ben sette milioni di euro e non altrettanto bene è andata per Pieraccioni con il suo
Finalmente la Felicità,in ribasso nei confronti di
Io e Marilyn del Natale 2009 con un meno due milioni di euro. Pesante crisi è già presente nella società e nell’economia e non poteva non far sentire nell’occasione una forte presenza che già da tempo penalizza i settori del’ entertainment. Non dimentichiamo che i campioni al botteghino sono stati
Sherlock Holmes,Gioco di Ombre e l’animazione
Il Gatto con Gli Stivali che pur registrando incassi ragguardevoli non hanno superato la soglia dei venti milioni di euro considerata fisiologica per un grande successo natalizio.
Lo stupore di Aurelio De Laurentiis
Eppure esiste un sintomo che in molti non hanno valutato a pieno sottovalutando i rischi connessi. Si diceva un tempo non molto lontano che il successo delle tradizionali farse natalizie portava un beneficio a tutto il contesto del cinema italiano,forse è proprio per questo che furono sdoganate anche dalla critica più intransigente la quale cominciò a vederle con un rispetto eccessivo. In seguito al diffuso tripudio di denaro e propaganda il genere è divenuto di fatto l’unico prodotto di punta di un’industria che ha confidato fino in fondo nella miscela casalinga artigianale fatta di impasto sbrigativo e canditi scurrili. Il panettone,quello del pasticcere,è un dolce tipicamente natalizio il cui successo viene garantito e preservato nel momento in cui le industrie dolciarie lo limitano a due mesi per anno trasformando il periodo dell’attesa in un evento del desiderio. I cinepanettoni,al contrario,da un paio di anni vengono venduti agli spettatori delle sale praticamente ogni settimana con cloni e solo qualche piccola variante. Il risultato alla fine ha generato inflazione e saturazione andando a colpire come un’implacabile nemesi il ceppo capostipite della serie mettendo in serio pericolo la possibile esplosione di una patologia. Crisi economica e crisi culturale vanno spesso insieme e gli effetti macroscopici finiscono sempre per nascere dal basso,ma in questo inatteso Natale cinematografico abbiamo notato un fenomeno non causale,forse non eccessivo,dove il feeling di un certo cinema con il suo fedele pubblico si è in qualche modo incrinato.