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Alan Parker: L’ascensore per la libertà
La vita artistica del grande regista inglese tra innovazione e passione etica
Cinema a vocazione indipendente che guadagnò tantissimo al box office

Alan Parker in un'immagine giovanile
Alan Parker in un'immagine giovanile
Il suo nome non sarà dimenticato,difficilmente si dissolverà alla prova del tempo perché ha realizzato un gruppo di film memorabili che senza perifrasi hanno fatto la storia del cinema. Alan Parker era un anti personaggio,sapeva costruire e dirigere al meglio le sue opere dietro la cinepresa con certosina abnegazione evitando di far prevalere ego personalistico nell’agone dei media. Portare sugli schermi una storia particolare diveniva un compito di passione nel quale far convergere elementi pregnanti di audace espressività a fronte dell’abituale e quasi sempre ostica approvazione culturale da parte della filiera. Eppure riuscì a costruire i suoi format facendo emergere l’enorme potenzialità di un cinema a vocazione indipendente che si coniugò con adeguatezza nei canoni del box office. Lo spazio personale e autorevole che cercò di esercitare nell’industria va considerato alla stregua di un’innovazione illuminante attraverso lavori di grande capacità magnetica: Essi fissarono un carisma non nato per caso,la sua formazione professionale iniziò in quella grande scuola creativa inglese che fu il mondo dei jingle pubblicitari durante i primi anni settanta,quando competizione e talento sfornarono nomi dall’intuito geniale: Insieme a Ridley Scott e Adrian Lyne rappresentò la squadra più avanzata che fece rivoluzione nel metodo dell’inquadratura e più in generale nella composizione del messaggio promozionale. Sull’aspetto tipicamente linguistico furono antesignani di un percorso che in anni successivi sfociò nell’espressività dei videoclip ma per loro la strada del cinema sarebbe stato il bivio meglio congeniale. Alan Parker rispetto ai colleghi possedeva un’adesione più composita e strutturata tra le inflessioni della drammaturgia perciò avrà dopo l’investitura da regista cinematografico un connubio assai diversificato con il racconto film. In queste basi amplierà l’idea della sintesi maturata dagli short portando il colore delle situazioni e il significante ivi contenuto su un livello di comunicazione centrale adatto alle storie complesse mettendo in rilievo spessore,tensioni dei personaggi e ogni sfumatura del loro divenire. Il modello nelle variabili avrà fin dagli esordi un risultato ineccepibile che non poteva passare inosservato, Piccoli Gangster (Bugsy Malone) 1976,divenne film originalissimo un gang musical recitato soltanto da bambini (vediamo Jodie Foster agli esordi) che scompattò le file della critica. Il successivo Fuga di Mezzanotte (Midnight Express) era un film sui diritti civili che narrava una carcerazione ingiusta in un penitenziario turco tra ostacoli e torture. Tratto da una vicenda vera è romanzato senza effluvi romanzeschi,fece scalpore e innescò polemiche mentre le file ai botteghini aumentavano a dismisura. Conosceva musica e derivazioni da vero esperto così,Saranno Famosi,(Fame),si trasforma in un viaggio esistenziale tra i giovani nelle ansie da casting,quando il confine sottile tra caduta e ascesa risuona come un metronomo lasciando che,fiasco,illusione di appartenere al mondo o credere di essere il centro del medesimo possa divenire il più straordinario impulso di gravità. La storia anticipò il vitalismo e l’eco di Flashdance,blockbuster diretto dall’amico Adrian Lyne,ispirò per molti versi un altro celebrato film anni e anni dopo,La La Land.di Damien Chazelle. Le vie musicali saranno uno dei luoghi devoti della sua opera con un altro interessante racconto che plasma l’esperienza sonora del più grande gruppo psichedelico con le pulsioni imaginifiche dell’animazione,ma Pink Floyd the Wall,film amato da generazioni di spettatori a sorpresa Parker lo ricorderà solo tiepidamente,anzi non gli piaceva affatto,forse per motivi extra artistici ? Soul e working class diverranno il leitmotiv del bellissimo The Commitments. Ambientato a Dublino fotografa l’ardua impresa di un gruppo di ragazzi nell’intraprendere il loro stile preferito fatto di sogni,sensualità e canzoni. Evita,dal leggendario musical teatrale di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber,ha scritto l’apoteosi del suo carattere che oltre il perfezionismo metterà in luce acuti etici di tensione sempre stabile. Del resto con Mississippi Burning aveva già posto una ben delineata cifra politica,aspra e sulle ambiguità,della quale non farà mai dimenticanza compreso l’ultimo lavoro che fece,The Life of David Gale. Mississippi Burning nell’insieme era un thriller spietato e adrenalinico che scavava dentro l’ombra di quel razzismo mai sconfitto negli Stati Uniti; un periodo rigogliosamente d’oro dove stava sperimentando un genere con tinte poliedriche. Poco tempo prima aveva realizzato Angel Heart,eccellente dramma a suspense che di fatto risultò il prototipo di quelle trame a sfondo metafisico molto in voga nelle stagioni successive. Sarà un coinvolgimento di stampo antropologico che scorre nelle vene del profondo sud tra leggende caraibiche e indagine poliziesca alla Philip Marlowe,batte i sentieri di un noir irruento avvolgendo gli uomini di dubbi fino alla verità impensabile e agghiacciante. Tutti i film avranno in comune l’aspirazione dei protagonisti alla libertà,intesa quale mezzo non barattabile,per fuggire dal malessere,per amare e per non sentirsi complici del disprezzo. Rappresenterà una forma di elevazione e riscatto che si abilita con molti modi,quando il disagio satura le vite spesso rassegnate su impervi labirinti in cui la sorte ha posto i personaggi,o molto più semplicemente raffigurare la volontà redentrice di qualcuno entrato da solo nei claustrofobici grovigli. Alan Parker se n’è andato il 31 luglio 2020 ma siamo certi che il suo stile e senso dell’immaginario diverranno oggetto di studio e continuità.
Franco Ferri
15 agosto 2020