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Un futuro di ingiustizia che assomiglia al presente
Katniss ragazza di fuoco degli Hunger Games fa breccia anche in Italia
Opinioni e qualche dimenticanza per l’allegoria di una dittatura mediatica

A cura di FRANCO FERRI

Jennifer Lawrence, grande protagonista del film
Jennifer Lawrence, grande protagonista del film
Finalmente anche in Italia gli Hunger Games non sono più un tabù. Ci sono voluti quasi due anni per sdoganare l’immaginario celebrato nel primo racconto,ora grazie al successo de La Ragazza di Fuoco, Katniss Everdeen,Peeta Mellark,la nazione di Panem e i suo abitanti sotto l’effetto del violento reality show che calibra il potere del perfido presidente Snow,hanno trovato estimatori anche da noi. Il visionario film dall’imponente scenografia evocatrice di tecno modernità con i fondali dei fascismi riversa un messaggio aspro dove lo schiavismo viene ammantato di ipocrita solidarietà. Certamente pessimista con scene d’azione da entertainment di lusso,forse era stato recepito in contraddizione ma ora qualcosa sta cambiando. In pochi giorni è stata doppiata la cifra dell’intero incasso realizzata da Hunger Games in Italia nel 2012. Cosa ha portato in breve tempo a far invertire rotta al pubblico italiano,troppe volte accusato di essere nazionale,disimpegnato e lontano dal fantasy sofisticato come questo tratto dai racconti di Suzanne Collins ? Sicuramente il trionfo inaspettato del primo film trasse vantaggio dall’eco mediatico di un best seller letterario che qui non si verificò. Indubbiamente Hunger Games – La Ragazza di Fuoco diventa da urlo,non solo per una strategia di marketing diversa ma anche per l’impressione positiva dettata dal primo film assai agevolato da un passa parola da cinema d’essai. Nondimeno la rapida crescita artistica di Jennifer Lawrence è stata un assist determinante che restituisce pegno in larga popolarità. Va di moda cliccare su Mi piace,ma quali elementi di Katniss-Jennifer riescono a determinare subliminale piacere ? In fondo è qualcosa che assomiglia ad una scoperta. Paolo Mereghetti del Corriere della Sera,in qualità di giornale termometro degli umori del paese fa un prologo.“ La risposta penso vada cercata nel vuoto di modelli e dì ideali che sembra dominare l'immaginario delle ultime generazioni sdraiate di fronte alle sfide della vita ” e arriva al dunque,“Se questo modello è totalmente favolistico come la Katniss del film non c'è bisogno di cercare di imitarla nella vita quotidiana,basta sbraitare per lei sui social network ”. il concetto di identificazione generazionale espresso non tiene conto bene della permeante funzione mitica nel messaggio del film,la successiva decodifica personale,che ognuno sviluppa per conto proprio,porta alla fruizione di un archetipo tonificante e dinamico nella quotidianità. Il critico sembra distratto,non interessato alla vicenda,non fa buon servizio al lettore,in ogni caso sottovaluta la portata del social network come strumento di comunicazione. A proposito anche quest’uso è servito ad annullare il gap italiano con il primo episodio. Katniss porta speranza a gente sottomessa dalle paure e dove c’è fiducia nasce voglia di riscattarsi. Jennifer ammette che la generazione cui appartiene,” E’ impaurita,frustrata e una ragazza come Katniss Everdeen che è coraggiosa e fragile insieme ha consapevolezza delle conseguenze delle guerre e delle ideologie,sa perciò rappresentarla ”. Ciò che ella suggerisce tende a far riconoscersi,forma coesione quindi alza numeri della volontà di cambiare. L’opinione di Mathilde Cesbron che giunge da Le Figaro,quotidiano francese,sintetizza egregiamente in che terreno stiamo solcando.Il regista descrive brillantemente l'assurdità di questo sistema orwelliano governato da manipolazione politica,media e denaro. Una parabola del nostro mondo contemporaneo “.

Paolo Mereghetti
Paolo Mereghetti
Sotto certi aspetti i temi che emergono ci fanno pensare al ritratto del nostro paese e questo potrebbe essere un versante da esplorare ma l’analisi etico sociale della pellicola non porta i critici a valutazioni troppo spinose che andrebbero in conflitto con le politiche editoriali di quasi tutte le testate. In odor di zucchero ci sembra su Libero,Giorgio Carbone che appoggia una singolare opinione,” I realizzatori hanno puntato con ogni evidenza soprattutto al pubblico per famiglie,che la prima volta era stato parzialmente tenuto indietro”. Nei periodici di tendenza certi suoni empatici hanno fatto breccia dal lato del colore,Gli Altri con l’opinione di Marcello Lembo scrive in stile sarcastico,” Il nuovo trend del cinema di fantascienza è la lotta di classe,tanto meglio e Hollywood fattura ”. Alberto Crespi su L’Unità non fa mancare affermazione ironica magari gelosa. “A sentire le dichiarazioni di Jennifer Lawrence e del regista si potrebbe pensare al nuovo Hunger Games come al remake de «La Corrazata Potemkin»,o di un altro film altrettanto comunista “. Al recensore romano inoltre non piace la fusione blockbuster con idealità forti,gli pare una contraddizione eppure queste conclusioni si ripetono nel tempo non tenendo conto dell’evoluzione dei linguaggi quanto dell’amalgama dei generi. Il giudizio più curioso viene proposto da Marco Cocco de L’Unione Sarda,per il quale le due ore e mezzo di durata sono state un tormento,” Il film pecca di un'eccessiva lunghezza e di una prima parte sonnacchiosa”. Crediamo che nello spazio di tempo fra i due film,molta parte del pubblico italiano abbia avuto un progressivo avvicinamento e maggior empatia con le tematiche espresse dall’epica. Questa ipotesi appoggerebbe interesse e notevole partecipazione di spettatori in maniera decisiva. Con molta sincerità sembra pronunciarsi a favore degli elementi vincenti della storia Antonio Bracco di Comingsoon.it. “ Il crescente senso di rivoluzione disseminato in ogni scena del film. La sopravvivenza ai sadici giochi in cui alloggia anche una satira nei confronti della TV e dei suoi talent show ” e ancor meglio descrive l’icona,il grande ascendente che fa volare il film, “Jennifer Lawrence prosegue una maturazione personale insieme a quella che infonde in Katniss Everdeen. Attrice e personaggio sono un tutt’uno di personalità e carisma .”
4 dicembre 2013