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Alabama Monroe, la ballata del cerchio spezzato
Una visione di segno e canto libero nel complesso percorso del destino
La vera bellezza dell’Oscar guardata con sospetto dai media importanti

A cura di FRANCO FERRI

Musica e vita in 'Alabama Monroe'
Musica e vita in 'Alabama Monroe'
Il regalo più bello e spontaneo che potesse avere questo film non è stato lo sterminato elenco di ottimi giudizi critici ma quello decretato dal pubblico cinefilo dopo un rituale mai come questo immedesimato e partecipe. Specialmente gli spettatori giovani hanno assistito alla proiezioni con feeling,e per molti di loro che sono tornati anche a rivederlo,Alabama Monroe (The Broken Circle Breakdown) è stata una pellicola straordinaria,la vera bellezza fra i candidati all’Oscar di quest’anno. Pure fra i critici italiani c’è stato in generale apprezzamento con la consapevolezza di aver innanzi una storia scritta con potente respiro,lo conferma Fabio Ferzetti sul Messaggero,“ Il film riesce a restare sempre accanto ai personaggi senza mai giudicarli,nemmeno nei momenti più estremi,”  Il suo giudizio vale un esame ben conoscendo il rigore con cui si esprime solitamente. Quando entriamo nello specifico tematico e stilistico invece il flusso delle opinioni tende ad essere riduttivo nei confronti del film di Felix van Groeningen. Si evidenzia un comune denominatore intento ad osservare la struttura della storia a compartimenti stagni,come se non ci fossero intersezioni significanti fra lo sviluppo delle varie parti che evocano e realizzano una forma stilistica. Dice Federico Pontiggia sul Fatto Quotidiano,” Van Groeningen costruisce il film come un peep-show: buttiamo l'occhio nella serratura,nella felicità di coppia che si rovescia,siamo quasi intrusi in una relazione privata che nemmeno capiamo del tutto.”  Forse l’avrà distolto il ritmo atemporale del montaggio,che in realtà serve a determinare la sottolineatura delle emozioni sui fatti,ma quella di Didier e Elise è una relazione di sogno,poesia allo stato puro per realizzare una personale mitologia di estasi immersa nella musica country. Senza una visione complessiva non comprenderemo mai il desiderio di segno e canto libero che il Bluegrass creato da Bill Monroe,equivalente mitico di un semidio pagano,riesce a innalzare nelle loro coscienze. L’energia di Alabama Monroe risiede in un elevato spessore spirituale di forma moderna che guarda alla prospettiva metafisica mostrando l’angolo inverso del dubbio,del quotidiano doloroso,prove durissime di contrastata resistenza umana. Un giornale d’ispirazione religiosa Avvenire a nota di Luca Pellegrini,evidentemente allenato al solo uso del dogma,scriverà in tal modo. “ E’ un film spudoratamente ricattatorio. Gli eccessi dei protagonisti sono attraversati da rivoli di fastidiosa falsità e di urlate derive razionalistiche che accusano Dio di sadismo e assassinio. Diffonde una morale opaca e strumentale.” Maurizio Turrioni di un altro periodico cattolico,Famiglia Cristiana,la vede in modo più dinamico e aperto.

Anselma Dell'Olio
Anselma Dell'Olio
Probabilmente più attento al significato allegorico del titolo originale The Broken Circle Breakdown,che rileva la rottura del cerchio del destino a fondamento ed esegesi dell’intera vicenda affermerà,” Film duro,bello,per anime forti.”  In molti attingendo a norme di un pigro lavoro analitico,suggerito senz’altro dal banale sottotitolo italiano Una Storia d’Amore,si sono persi nelle derive limitanti del melodramma che è soltanto un piccolo spazio dell’immensa pianura suggerita dall’intreccio. Qualcuno spiazzato dall’anticonformismo,funzionale alla complessità e all’espressione avvolgente dei capitoli,finisce in angolo recensorio. E’ il caso di Paolo Mereghetti che motiva l’intervento sul Corriere della Sera con uno spunto morale poco lungimirante,molto distante dal messaggio del film. “Il tema della morte è ancora tabù e va quindi addolcito con scene musicali o con i ricordi dì un passato dì passioni e trasporto.”  Il critico offre deduzione realista di aver visto un’altra storia,Alabama Monroe è una ballata dove musica,morte,vita si fondono senza confini. Non si può intendere analisi consequenziale,non c’é un soggetto e un complemento fra gli elementi in gioco ma la compressione narrativa delle emozioni che suscitano,abilitata proprio dall’affresco impressionista,tende ad una completa poiesi da non scindere per analogia. Poniamo un caso omogeneo a confronto. Avrebbe senso discutere di una quartina del testo di Strawberry Fields Forever dei Beatles separandola dall’insieme interpretativo,semantico e musicale? Sarebbe come togliere valore all’originalità. Dalle pagine de La Stampa fa certamente sorridere l’opinione un po’svagata,all’antica nonché contraria all’essenza culturale dei personaggi formulata da Alessandra Levantesi Kezich.” Sembrano una coppia vintage,un residuato di cultura hippy trasferito nella campagna delle Fiandre. Lui con cappellone e barba incolta suona musica «bluegrass»,neppure fosse nato nel Midwest.”  Ancora donne all’attacco per “il fervore politico sulle cellule staminali ” tra quelle che non hanno gradito l’impegno civile di Didier ci sono Natalia Aspesi (La Repubblica) e Anselma Dell’Olio (Rai- Cinematografo). Alabama Monroe ha la personalità da film che lascia un’impronta importante in questi anni di cinema ma al tempo stesso ci offre una triste opportunità. L’informazione,quella di media influenti nel contesto nazionale,porge anche nel settore cinematografico limiti di scadente approccio. Le notizie sono dettate dal criterio opportunistico di sistema e le opinioni hanno uno strano orologio d’evoluzione all’indietro. Nel caso del film odierno ha prevalso la positività generica ma se per assurda congettura Felix van Groeningen e Johan Heldenbergh fossero stati frequentatori dei corridoi e del sottobosco politico nostrano,molti noti critici sarebbero andati porta a porta per trovargli spettatori. Però non è cinema italiano !
25 maggio 2014