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Il Meglio e il Peggio del mese
NOSFERATU di Robert Eggers
Sceneggiatura di Robert Eggers

Con Nicholas Hoult,Lily-Rose Depp,Bill Skarsgård,Willem Dafoe

Credere o non credere all’esistenza del non morto,ma convincersi di una tale astruseria significa prestar fede alle superstizioni più abbiette. Così il Conte Orlok puntualizza e distoglie il suo ospite,un agente immobiliare,dal mistero che gira in quel luogo,e concedere attenzioni a strane leggende dal colore inquietante vuol dire dimenticarsi delle cose concrete. Il razionalismo è e fu il grande nemico di creature fantasiose o di concezioni ultradimensionali che trovarono scientifica opposizione nei trattati positivisti,decisi a sconfiggere con l’arma della conoscenza le ingenue e nefaste figurazioni nate dall’ossessiva influenza religiosa. Alla fine del settecento e per buona parte dell’ottocento ci furono una nutrita presenza di scrittori che produssero una loro via alternativa al modello in voga,recuperando il passato e l’estetica cupa con elementi d’immaginazione sovrannaturale scolpiti da forti impronte di romanticismo metabolizzando nel lettore un riuscito dosaggio di ambiguità metanarrativa. Ciò che verrà definito,Romanzo Gotico,trova degli esegeti illustri in Mary Shelley,Edgar Allan Poe,Oscar Wilde,fino a sconfinare nel novecento con Howard Phillips Lovecraft e Bram Stoker. Proprio quest’ultimo grazie a Dracula (1897) mantiene le eredità più intense e proficue che siano mai stata tradotte in film. Tra le numerose versioni cinematografiche del libro ci sono alcune libere rielaborazioni delle quali è doveroso citare,Nosferatu (1922) di F.W. Murnau,straordinaria opera del Muto che divenne un caposaldo dell’espressionismo tedesco. La pellicola ha avuto una stupefacente eco di critica,e il dibattito nei decenni successivi si incentrò su linguaggio e stile che hanno saputo ritrarre dal tenebroso personaggio allegorie sottilmente politiche nonché profetiche sul successivo avvento di Hitler al potere. Visionario ma fondamentalmente diverso si rivelò il Nosferatu (1979) di Werner Herzog. Ritrae la solitudine esistenziale e il lancinante romanticismo di un essere mostruoso che desidera mutare e potrebbe cambiare dando altra forma alla propria struttura corporea, rinnovando i cardini di un’essenza interiore giammai rigida e prigioniera. Ad oltre cent’anni dal primo,il nuovo adattamento del non morto,vampiro Nosferatu,riporta al centro il personaggio di Orlok. La regia e la riscrittura di Robert Eggers tengono in conto i movimenti e le dinamiche capitolari del capolavoro di Murnau,ma rimarrà distante o del tutto assente da risultati contenutistici che privilegino una parvenza di autorialità. Semmai la caratteristica spiccata del film rimarca un assetto di completa definizione Gotica che sembrava scomparso dall’orizzonte del grande schermo. E’ soprattutto un horror che tiene a mente questa idea di classicità codificata nel tempo,quando le produzioni Hammer offrivano una firma riconoscibile di garanzia al genere. Preciso nell’ambientazione germanica ricostruisce nei dettagli e nelle prospettiche scenografiche una fedeltà cinematografica che vuole l’estetica degli occhi sterzata anche verso i costumi d’epoca. Dove la storia non convince affatto si vede a cominciare dal Nosferatu odierno,un protagonista eccessivamente carico che Bill Skarsgård calato nello scafandro del makeup rende simile a un rozzo e sessista killer seriale di terza serie. Ben lontano dalle figure ieratiche e profondamente tenebrose che seppero interpretare i tedeschi,Max Schreck (1922) e Klaus Kinski (1979),non trasferisce nella sua caratterizzazione il carisma da vampiro insorgente. I confronti eccellenti non aiutano per certo Eggers,ma questi se li cerca forzatamente quando nell’omaggio a Murnau riproduce l’iconica sequenza,una carrellata che segue la terrificante ombra espressiva del mostro mentre avanza nel corridoio. Sembra dire,questa è storia del cinema,ci siamo anche noi? Gli spettatori accaniti non aspettavamo che il via libera per i raffronti.