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La rivolta dei critici contro Sorrentino
Parte dalla Francia il no alla “Grande Bellezza”
Anche in Italia sono perplessi ma il Sindacato li richiama all’ordine

A cura di FRANCO FERRI

Vincent Malausa
Vincent Malausa
Pochi giorni prima dell’avvio del Festival di Cannes le parole infuocate di uno dei più autorevoli magazine della critica mondiale,Cahiers du Cinéma da sempre tutore e diffusore di una qualità dal verbo autoriale,aveva sollevato con coraggio un interrogativo. L’opinionista Vincent Malausa prende di mira Paolo Sorrentino e i suoi film frequentemente presenti a Cannes affermando,” E’ un invitato invadente,continuiamo a vedere in concorso i suoi lavori che ottengono risultati di stile mai riusciti con personaggi sempre uguali,grotteschi e il paragone con Fellini è una triste confusione”...“ Ci può essere qualcosa di più brutto di un film di Paolo Sorrentino ? ”. Gli fa seguito rincarando la dose su Le Monde,Thomas Sotinel che sostiene.” Come mai i film di Sorrentino sono sempre in competizione,nonostante la loro qualità sia spesso ben lontana dal capolavoro ? ”. Il vigore inconsueto di queste opinioni risvegliano improvvisamente l’acume di un dibattito che pareva sopito,se non completamente sepolto dalla silenziosa complicità della critica nostrana ormai fattasi marketing. Fanno eco nelle stanze mediatiche insonorizzate con tutta la forza e lo stile di un sound rock che irrompe messaggio di accusa,travasa una linfa di cinema in progress nel territorio più ingessato esistente. Una ventata di aria nuova che colpisce e risveglia il torpore di molti critici italiani da sempre avvocati d’ufficio d Sorrentino.

Paolo Mereghetti critico dissidente
Paolo Mereghetti critico dissidente
Una luna di miele che sembrava eterna in un sol colpo polemico fa compiere una rivoluzione copernicana innescando quel dubbio e l’orgoglio da critici,forse togliendo la patente d’autore,al regista italiano più sponsorizzato. Il Corriere della Sera per penna di Paolo Mereghetti scrive.” Ridondante e sentenzioso “...” Come se lo sceneggiatore non fosse al servizio del regista ma in gara con lui alla ricerca di un attestato di bravura doppia (scritta e visiva) che però fatica ad arrivare “.Alessandra Levantesi Kezich,La Stampa se la prende anch’essa con la sceneggiatura per ciò,«La Grande Bellezza » sta a «La Dolce Vita» come la Via Veneto di oggi sta alla Via Veneto del 1959 “. Da Il Giorno arriva con Silvio Danese un'altra dura tegola,” La ridondanza del film è infida,lo sguardo di Gambardella è presuntuoso in quanto elevato,di coinvolta inadeguatezza “. Alberto Crespi dell’Unità rimane perplesso ha timore di un giudizio certo,dice.” Il film sfugge a una definizione precisa almeno dopo una sola visione “. Si comprende la lotta personale fra sincerità ed esigenza della politica editoriale. Dopo questi verdetti inquieti il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici richiama velatamente,implicitamente all’ordine quei recensori che non hanno ben accolto il film,e quelli sopra sono tutti nomi aderenti a quest’associazione di categoria. Nel sito del Sncci leggiamo,” Dal Festival di Cannes,singoli critici hanno legittimamente espresso distinguo e riserve sul film «La Grande Bellezza »”...” Le opinioni sono state identificate nei titoli di molti giornali come il giudizio complessivo della critica nazionale nei confronti del film di Sorrentino” . Per riparare l’incidente,smentire polemiche e ribadire fiducia incondizionata al film si attua,” Attraverso l’apposita commissione il Sindacato ha attribuito a «La Grande Bellezza »” il marchio «Film della Critica»,riservato alle opere ritenute di comprovata qualità ”.

La riscoperta della recensione pura,Il pensiero in libertà mettono nervosismo agli apparati che oggi sono appiattiti e spesso consanguinei dei grandi interessi.Resta il fatto che analisi sulla Grande Bellezza andrebbero depurate di paragoni fuorvianti con il celebre film di Fellini. Non ci sono elementi,a parte qualche goffa imitazione di certe sequenze,per ingaggiare confronti ingenerosi. Lo splendore del cinema passato non riemerge per rievocazione e tantomeno per volontà furbesca degli uffici stampa della produzione che da tempo diffondevano interessate similitudini fra i due film. In questo ci sono caduti molti opinionisti che,nel bene o in male,hanno trattato comunque il tema ma dovrebbero rifletterci sopra.