I giudizi sul lavoro di Baz Luhrmann sono attendibili ? Scopriamo le interpretazioni
Come i critici limitano la modernità visionaria del film
A cura di FRANCO FERRI
Baz Luhrmann
“ Spesso pensavo che Gatsby rappresentasse la solitudine di un uomo deciso a realizzare i suoi sogni. Oggi viviamo una nuova «era jazz» alla ricerca continua di tecnologie,di modernismo,di persone che sono diventate ricche e ignoriamo in quale modo abbiano raggiunto il loro status “. Con queste parole
Baz Luhrmann sintetizza la tracciabilità tematica,lo scavo analitico del personaggio creato da Francis Scott Fitzgerald che attraverso un mondo di suoni e immagini può riadattare e risvegliare nelle coscienze contemporanee un’idea meta avvolgente,straordinariamente attuale. Il regista australiano si presenta sempre dirompente ed anticonformista,trova comunicazione in un grande interfacciamento di stili e culture che comprime in un binario prestabilito per poi restituirlo allo spettatore con grande profusione di soluzioni dal carattere sensoriale. Trasmette una dinamica non dissimile dalla musica considerando anche quest’ultima come ottimo strumento di osmosi nella cine semantica.
Leonardo DiCaprio
Eppure
Il Grande Gatsby ha trovato notevoli difficoltà ricettive,accompagnate da interpretazioni fuorvianti o di preventiva ostilità che ci inducono verso un certo percorso. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes sotto l’effigie di un evento ha sicuramente smosso le acque e fatto innalzare quel muro snobista solitamente riservato al blockbuster di turno. Scrive Fabio Ferzetti sul
Messaggero dalla Croisette,con tono ideologico,a proposito del film con DiCaprio
,” A immagine del cinema di oggi,sempre più posseduto dalla febbre dell'accumulo. Più star,più soldi,più effetti,più grandi nomi in cartellone,
Il film riflette questa scelta correndo a precipizio verso una strada senza ritorno “. Tornano così vecchi schemi che emarginano di fatto la possibilità creativa di un film ad alto budget,non considerando che la tecnologia ci consegna giornalmente possibilità enormi per maturare,sperimentare la comunicazione di nuovi linguaggi.
Natalia Aspesi
DiCaprio,Tobey Maguire,lo stesso
Luhrmann sono nomi che portano nel dna lo sviluppo di film prototipi,(una volta sarebbero stati di avanguardia) conducendoli al successo del box office. La carrellata interpretativa prosegue sulla linea prudenziale,usando eufemismo,nel momento in cui Giorgio Carbone su Libero suggerisce,”Ci siamo accostati al nuovo Gatsby con qualche titubanza. Per via del regista,l'australiano Baz Luhrmann,geniale autore d'immagini,però tanto compiaciuto,spesso decisamente masturbatorio.“ Pensavamo infine di avere la risposta definitiva sul perchè la pellicola non aveva convinto,ma le considerazioni di Natalia Aspesi sul versante
La Repubblica si fermano ad epidermiche valutazioni su fashion e merletti,”
Si sa come erano gli anni Venti,un classico tuttora inevitabile,pur cercando la produzione di dargli una scossa con gli abiti Miu Miu e la voce di Beyoncé nelle scene di festa”. Un possibile filo conduttore sulla scarsa aderenza ai temi e all’espressività della storia potrebbe risiedere da una lettura derivante dal fattore generazionale e dalla formazione dei critici.
Stenio Solinas
Nel commento di Stenio Solinas sul
Giornale questa propensione prende una strada più concettuale.
“ Se c’era una cosa nel romanzo di Fitzerald era la capacità di alludere,il far percepire ciò che restava nascosto,qui è l’esatto contrario perdendo il confronto con l’edizione del 1974“. In effetti il film con Robert Redford diretto da Jack Clayton,che molti avranno visto,improntava,esprimeva percettibilità intellettuale molto vicina al testo letterario ma Baz
Luhrmann modella sul racconto un rivoluzionario stile che proviene anche dall’evoluzione della cinematografia quarant’anni dopo. Riesce a dar forma,mette in scena con la tipicità della pittura,porta sullo schermo l’emersione imaginifica del valore nascosto,una volta comunicabile soltanto via intelletto. Non riconosce il filo della modernità,Solinas,non ne contempla il fulgore empatico che dà successo al film quando dice,” Racconta il film nella forma più vistosa e colorata ” ,mostra scarso interesse per quell’energia che nel grandioso e nella forza dei colori esplode tutta la sua visionarietà.