Potiche una raffinata commedia dal gusto classico che racconta con sagacia l’oggi
Curzio Maltese,”Il limite di François Ozon è la superficialità”
a cura di FRANCO FERRI
Catherine Deneuve
L’affermazione di François Ozon nel panorama cinematografico con opere importanti come
Sotto la sabbia
,Gocce d'acqua su pietre roventi, Swimming pool ha fatto conoscere la caratteristica atipica di un giovane che si ispira al cinema del passato non per desiderio crepuscolare ma per ricreare una personalissima sintassi che diventerà la sua cifra stilistica. Il suo modo originale di rappresentazione diviene lo sfondo ideale in cui l’oggi viene focalizzato in maniera ellittica,mai diretta,raccontando problematiche,contraddizioni e cinismo con effetti chiaroscuro notevoli.
Potiche,il suo film più recente,contempla ancora queste soluzioni. La sua ambientazione è calata nel 1977,fra eccellenti ricostruzioni scenografiche,di fashion e un’approfondita immersion nei caratteri dai quali sa ottenere un gusto della commedia mai fine a se stessa. Dopo un’elaborata messa a punto il film riesce a comunicare efficacemente tematiche che appartengono al nostro presente,generando un interrogativo immediato secondo cui i ’70 abbiano generato problematiche analoghe all’attualità odierna? La risposta sta in ciò che da allora non è stato risolto nella società ma più ancora nel groviglio di sentimenti e contrasti che gli individui si portavano dietro ma che continuano ad essere patrimonio indissolubile.
Lietta Tornabuoni
Fra le firme illustri la sempre attenta e perspicace Lietta Tornabuoni mira a quanto sembra sul ruolo della donna ma finisce per ridurre il significato del film che ne esce assai sminuito.
“Non vale la pena di perder tempo a chiedersi”,afferma,
“se il film voglia dire che le donne sono brave quanto e più degli uomini e intenda analizzare il ruolo della donna nella società. La risposta è no: Potiche vuole soltanto divertire”,Così scriveva sulla
Stampa. Gli anni ’70 nello stereotipo comune sono sinonimo di battaglia e chi si aspettava un pamphlet fra nostalgia e rinnovata voglia di impegno ha sbagliato strada. Un commentatore polemico ed efficace come Curzio Maltese,ma che in questa occasione affronta distrattamente le vie del cinema dice. “
Il grande dono del cinema di Ozon è la leggerezza. Il suo limite è, a volte la superficialità, un certo assecondare le mode”. La
ritrosia nell’affrontare i temi di un film attraverso il linguaggio che questo vuol comunicare portano spesso molti recensori ad usare l’arma del pregiudizio riuscendo solo in parte a mettere a fuoco un’ottica efficace. Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera si sofferma sull’insolito aspetto che nel film vengano usati
…”gli elementi della quotidianità più banale e triviale” .
Dario Zonta
In
Potiche non si può parlare di senso del quotidiano comunemente conosciuto perché nella costruzione stilistica esiste un aspetto di traslazione dove il gioco appartiene alle componenti di una ideale sit-com in cui le scansioni temporali o appartenenti a convenzioni della quotidianità non possono avere spazio. Questi poi risulteranno “
depurati e trasformati nelle leve di un meccanismo che assicura un divertimento piacevole e garbato” sono le risultanze per il recensore del
Corriere che giustificano la piacevolezza del film. Chi probabilmente afferra al volo l’aria che si respira dopo aver visto la pellicola è Dario Zonta,sull’
Unità scrive. “
Potiche non è solo un gioco di citazionismo cinematografico e neanche solo un grande omaggio a Catherine Deneuve, bensì un'intelligente allegoria della Francia di oggi, dei suoi personaggi politici e dei suoi vizi e virtù”.