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NOVEMBRE 2024
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Il Meglio e il Peggio del mese
THE SUBSTANCE di Coralie Fargeat
Sceneggiatura di Coralie Fargeat

Con Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid

Il buon thriller farebbe propendere già durante la prima parte del film ad un acceso convinto dibattito su quanto Elisabeth (Demi Moore) risulti colpevole e nel medesimo istante vittima della propria sconsiderata scelta. Forse sarebbe meglio adagiarlo nel sofisticato crogiolo bollente di un dark drama che pervade il desiderio di una donna decisa a rischiare se stessa pur di sopravanzare le leggi del naturale? Anche questa etichetta saprebbe di artefatto e riduttivo,come pure intendere la visionaria descrittiva affabulazione,fortemente critica resa al cinismo dei media,limitando il film alla stregua di un horror non sarebbe un richiamo azzeccato. Per certo gli amanti delle classificazioni a tutti i costi avranno materiale per sbizzarrirsi,ma non potrà essere giusto assegnare alla pellicola una sola scarna cifra da catalogo. La storia va considerata nella sua autentica iperattiva dimensione,che mira molto più in alto con spiccata sagacia lasciandoci convinti sostenitori di un format modellato per determinare sconquassi e paradossi. La vicenda punta verso squarci che frammentano e suddividono l’interiorità della protagonista provocando un effetto a misura di un apologo dalle colte connessioni. Vira con caparbio costrutto nell’illusione dei corpi e nella loro presunta attitudine alla rigenerazione dei geni quasi possedessero in sé il longevo segreto dell’infinito,ma nel film sarà possibile avvertire da subito una scintilla di stampo Junghiano. Conduce nel gorgo astratto dove vivono le brame della coscienza e convivono sedimentati i bisogni venefici che ammansiscono la società. Evergreen per talento e longevità artistica,Elisabeth,non sta riscuotendo il favore del produttore del programma tv dedicato al fitness,che vorrebbe invece sostituirla con una giovane altrettanto brava. Non ci sta all’ingiusto diktat e per combinazione misteriosa troverà un prodotto sconosciuto,sostanza che iniettata le provoca qualcosa di inedito. Dal corpo della donna esce una nuova lei (Margaret Qualley) molto più giovane e di eguali capacità fisiche,artistiche. Diverrà una soluzione ottimale per continuare vita da star e quando tutto va per il meglio nella nuova strada s’intravedono strane crepe. Il film fa riecheggiare il racconto per antonomasia maggiormente radicato nel significato di duplicità. Ma lo spirito inquietante del Dr, Jekyll e Mr. Hyde di Stevenson,la dicotomia tra bene e male,ombre e luce sovrapposte acquisiscono un’ambiguità ancor più spessa,degenerativa e colma d’indistinguibile. L’eterno dualismo nel presente pare aver fuso le polarità che creavano la fase attiva. The Substance racchiude nel corso dei capitoli l’eredità di un maestro,David Cronenberg. Mostrata con umile quanto attenta devozione svilupperà plasticità fantasiosa e pessimismo cosmico con personalità che sorprende. Mette in guardia da un capitalismo spietato che annienta le individualità,colorando,deformando,i simulacri e il culto dei corpi nella versione meno sexy ma prospiciente a una società mercato vorace quanto terminale. L’alterazione quale prospettica dominante è il grado massimo e pericoloso che pur di rifiutare l’idea comune di realtà preferisce far soccombere in un ignoto senza ritorno. Il film di Coralie Fargeat,singolare autrice per fantasia concepita e tematico valore aggiunto,libera crismi che non appaiono dogmi sostenendo quel quoziente di verità sempre auspicato in una pellicola.