IL REGNO D’INVERNO – WINTER SLEEP di Nuri Bilge Ceylan
Sceneggiatura di Ebru Ceylan,Nuri Bilge Ceylan
Con Haluk Bilginer,Melisa Sözen,Ayberk Pekcan,Nejat Isler L’arte,la scrittura intese a locomotive di tutto ciò che apre il grande territorio della creatività guidano un rapporto speciale nel singolo. L’uomo sensibile vuole captare,vivere la sintesi e interagire con sistemi e culture che ci circondano,attuando attraverso questi un gioco di controllo della propria indole,cercando di guarire lo stato di relatività e incongruenza sempre vicine. Lo scrittore Aydin,cerca quest’importante alchimia nella sua dimora,un piccolo hotel (Anatolia) con annesse proprietà ereditato dal padre,dove si è creato uno spazio vitale scrivendo per una rubrica giornalistica con opinioni e giudizi etici su problemi e prospettive sociali. In gioventù faceva l’attore e dalla disciplina teatrale aveva metabolizzato il profondo culto dell’onestà,aggettivo insuperabile per rappresentare davanti agli altri la purezza di un personaggio,il palcoscenico del resto rimane la passione suprema e sta per dare alle stampe una monumentale storia del teatro turco. Il rapporto che vive con familiari e dipendenti determina il termometro a tratti contraddittorio del proprio compito intellettuale,nel momento in cui instaura senza volerlo divisione tra l’aurea abnegazione delle sue virtù,fatta anche di estraneità esistenziale e quel mondo così autorevole,così come viene percepito e vissuto dagli altri. A fronte di grandi voli e desiderio di comprendere il supremo bagaglio filosofico esiste uno stadio più intimo e dinamico per comprendere l’esistenza. La vita è quello che fai mentre stai progettando e l’inesplicabilità del presente si trasforma quando prendi atto di segni intermedi e significanti da aggiungere alla prospettiva. L’esistenzialismo distaccato ripropone Albert Camus e la concezione di male inalienabile che soggioga gli uomini,ma se visto in filigrana il concetto guarderà con interesse all’idea di conflitto,innata radice della natura umana,per far intervenire da dentro giusta,appassionata ridiscesa in campo dell’intellettuale sempre alla ricerca di vero. Siamo di fronte ad uno dei film più seducenti e inebrianti degli ultimi anni,sbaglierebbe chi pensasse ad una tipica vicenda verbosa fondata su aulico intellettualismo. Instaura con il pubblico un contesto sicuramente colto,mai indurito da preziosismi ipertrofici. Argomenti e tematiche di origine sociale o relazione privata sono gran contributo al quadro di condivisibile riferimento sulle varianti del pensiero contemporaneo. Pensiamo ai dialoghi spumeggianti e profondi che hanno ruolo preminente nel far vivere rivalse o giudizi venati di relativismo. Questi non vengono interpretati con precisione letterale fedele al testo ma nascono dal’io degli attori attraverso la tecnica della traccia che nel miracolo della comunicazione hanno potere di splendida interrelazione con lo spettatore. L’importanza del film trova ulteriore conferma nella maestosa composizione dei capitoli narrati come parabole che sommano variabili e contrasti formando sonda ispirata nelle increspature della nostra natura percorsa sempre di dubbio. Quando l’artista,lo scrittore scopriranno gli highlights di questo scontro saranno sicuri di dimorare nella genialità.
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