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NOVEMBRE 2024
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Il Meglio e il Peggio del mese
BACURAU di Juliano Dornelles, Kleber Mendonça Filho
Sceneggiatura di Juliano Dornelles, Kleber Mendonça Filho

Con Bárbara Colen,Thomas Aquino,Silvero Pereira,Sonia Braga,Udo Kier

Il villaggio di Bacurau sarà un’impresa trovarlo per chi dovesse addentrarsi nella sterminata mappa che disegna il nord est del Brasile. C’è un dato reale da chiarire su cui s’interrogano gli stessi protagonisti del film,perché questo tanto amato paesino dal volto sofferente accumulo di ogni contraddizione snervante,come pure sommerso da schietto e vivido umanesimo,non appare neppure dal satellite. Soltanto gli occhi e la mente di chi ha la fortuna di abitarci possono metabolizzare la solidarietà vitalistica di un ambiente unico dove vita e morte sanno intrecciare la tela più incredibile quanto mai intrisa del giusto altruismo per poter sopravvivere. La rete a tratti invisibile che genera caparbio humus tra gli abitanti si forma quando cuori e pensieri paiono irrimediabilmente feriti,affranti dal pericoloso avanzare di altri uomini poco avvezzi agli scrupoli. In ballo c’è il business multinazionale dell’acqua sorretto da complicità politiche locali che tendono a strozzare il libero accesso alla materia prima. Prima di giungere a questi momenti focali che determineranno sulla storia impensabile escalation va chiarito un aspetto rilevante presente nei capitoli e molto impresso fin dall’inizio sottolineato da numerose sequenze tali da esaltare l’intuitiva compostezza stilistica della pellicola. Infatti colpiscono nel film aderenze sincere ai dettami del realismo,un interfacciamento che evita espansionii retoriche ma sospinto da mano efficace e neonaturalista è sempre pronto ad entrare nei giochi spesso sottili dei personaggi. Nasce con sagace e microscopica mediazione un interessante quadro che intercetta il ventaglio di un territorio descrivendo la spontaneità dell’amore,sia quando i suoi artigli vanno in combutta con la silenziosa opacità delle notti,sia nel momento dove le sue passioni si frappongono con il bisogno di lotta senza respiro. La storia pur radicata nei tentacoli realistici attimo dopo attimo tende a qualcosaltro,non contempla le odi o canta il dolore,ma guarda allo sviluppo circolare cercando con tatto nonchalance una linfa che ribalti il teorema dell’esistenza quale perenne pietrificazione della quotidianità. Senza contraddire orizzonti e tematiche di fondo il discorso cinematografico innesta varianti narrative che non saranno per niente un trapianto scorbutico o solo pretestuoso. Depurato da facili cliché e asciugato da inutili orpelli ricorrenti il film si tufferà nella cascata dei generi,aprendo al western,strizzando l’occhio al thriller e concedendosi al torvo colore dell’horror senza per questo cadere nell’iconografia clonata da figli di un Tarantino minore,ma rimarrà sempre fedele alla poesia della terra. Guardando il film nessuno mostrerà imbarazzo pensando a fatti incresciosi che spesso le cronache nascondono,ammireremo la filologica scioltezza degli eventi pensando all’indignazione che grida vendetta,chiunque amerà gli acidi patemi dei protagonisti sostenendo in segreto quegli appassionati intrighi dei rivoluzionari latini. Se poi volteremo dalla parte del razionale comprendiamo quanto la geopolitica e la stessa identità contestuale del paese Bacurau abbia una consistenza dal peso unicamente idealista. Resterà l’allegoria di un uccellino,cacciatore notturno,dal quale il villaggio fantasma prende nome per trascendere e survoltare di apologo una realtà regionale offesa troppe volte calpestata. Bacurau arriverà presto in Italia in giorni,mesi in cui c’è fame e sete di buon cinema; questo sarà un vero banchetto per chi ama i film. Premiato a Cannes 2019 con il Prix della Giuria,ex aequo insieme a I Miserabili di Ladj Ly,ambedue possiedono uguale energia realista di rinnovato stilismo perseguendo il fine della verità,come pure un medesimo gadget (drone),oggetto e dettaglio narrativo che dipana le trame arroventate.