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DICEMBRE 2024
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Il Meglio e il Peggio del mese
ANORA di Sean Baker
Sceneggiatura di Sean Baker

Con Mikey Madison,Mark Eydelshteyn,Karren Karagulian,Yuriy Borisov

La Grande Mela intesa quale appellativo simbiotico con New York continua a mutare e le trasformazioni della metropoli restano fonti di spinta ispirando film da ricordare quando ci sono talenti. Questa pellicola ferma un immaginario che non può rimanere in secondo piano su tale declinazione,ed è quello coniugato sul mondo degli immigrati giunti nella East Coast statunitense a cavallo degli anni duemila,non solo per lavorare ma anche per fare sontuosi affari. La fotografia di base fissa le etnie Russe e Armene,che come avvenne oltre un secolo addietro per altri gruppi venuti da oltreoceano hanno stabilito punti di riferimento culturali e religiosi. Divengono elementi allo stato liquido adattandosi ad un habitat che viene ridipinto nel costume e nelle variabili. Il film in maniera fluida ne elaborerà una sintesi facendo scorrere umori,e come una fucina da lavorazione inventiva offrirà alla trama ben tanto più. Prenderemo confidenza con la vita di Anora,ragazza che lavora in un locale della nightlife newyorkese dove svolge entertainment attraverso performance audaci,in quella definita nuova frontiera del sesso a distanza. Conosce la lingua russa provenendo lei stessa da famiglia emigrata decenni fa,questo la facilita nell’intrattenere un cliente,giovane estroverso stabilitosi nella metropoli e figlio di un ricco oligarca moscovita. Ivan s’invaghisce di Anora e la loro relazione appare subito una pièce delle meraviglie,un game di giorni al massimo supportati da illimitate risorse in denaro del rampollo che vive in una magnifica residenza cittadina. Il matrimonio seguirà poco dopo celebrato nella capitale delle luci artificiali,Las Vegas,ma l’anello di nozze pare di contorta disposizione. Quando la rete tentacolare degli interessi familiari presenti sul posto informano dell’accaduto i genitori si mette in moto un meccanismo inesorabile che dovrà far annullare il matrimonio,e il successivo arrivo da Mosca di padre e madre cercar di riportare ordine nella vita del ragazzo. Anora racconta un’idea di gente e città che nella prima fase potrebbe ingannare gli occhi,e non solo,mostrando l’ipnotica ebbrezza da lusso,lussuria,che sorprendono e conquistano con estrema facilità innescando per certo la fascinazione di un gioco vastissimo ma lasciando spazio altrettanto smisurato all’altra faccia della disillusione. In queste apparenze la pellicola con i suoi concatenamenti da black comedy alla Fratelli Coen e le prossimità al surreale Tutto in una Notte,opera giovanile di Martin Scorsese,scopre carte di ragionata follia che tuttavia non saranno le direzioni principali. Il film dentro tutto questo sa decantare con encomiabile originalità altre soluzioni di linguaggio che fanno emergere i parametri di un affresco divergente. Anora è il ritratto più crudo,glaciale,della società contemporanea visto da tempo perché descrive nella cifra espressionista disagi,disarticolazioni subliminali con pennellate di forme dalle luci intricate che generano l’impossibilità di comunicare verità all’altro. Ciascun personaggio detiene queste caratteristiche,nessuno è schiettamente buono o cattivo,ognuno è vittima dei propri paraventi,tutti sono la polifonia colpevole di un’umanità per brutale figurazione racchiusa nell’iceberg del proprio personale,ottuso,egoismo. Sean Baker è andato molto avanti,non servono semplici categorie pregresse per analizzare il suo film. Grazie all’autenticità apre orizzonti che sanno scrutare un senso drammatico senza investirsi di drammaturgia. Usa sarcasmo nell’alzare il velo ingannatore insito nei sentimenti ma non ricorre alle tipicità della commedia. Riesce a guardare alle grandi difficoltà gestionali vissute oggi nella comunità globale dando un imprimatur politico evitando però dichiarate posizioni politiche,ma le connaturate parafrasi,gli aperti impulsi della vicenda,lo fanno appartenere senz’altro alla categoria non molto satura dei film autorevoli.