LEI di Spike Jonze
Sceneggiatura di Spike Jonze
Con Joaquin Phoenix,Scarlett Johansson (voce orig.Samantha),Amy Adams,Rooney Mara La comunicazione e le conseguenti dinamiche che riesce a mettere in moto,sono il centro pulsante e fantasioso della storia. In anni di acceso sviluppo del fattore tecnologico e della crescita delle interrelazioni dovuto ad esso,si assiste paradossalmente all’ingigantirsi di una specie di malattia che solo poco tempo fa si pensava sconfitta: la solitudine. Forse un gap da risolvere oppure un attimo ancora per comprendere meglio l’affresco circostante,sta di fatto che la mente umana ricerca perennemente nuove risorse per non farsi schiacciare dalla paura del nulla. Spike Jonze resta sicuramente un appassionato del tema,ha saputo già mostrarlo quando portò sullo schermo l’espressiva tangibilità di labirinti cerebrali,per tanti versi di astratta narrazione,concependoli a guisa di cunicoli e sotterranei psicanalitici in Essere John Malkovich. Nel cuore di quel soggetto deve essere rimasto ma la forma del pensiero odierno si connette con l’idea meta esistenziale delle nostre vite attuali intessute ed elaborate dal sistema multidimensionale del PC. Una concettualità affidata ad una macchina che processa le complessità,dematerializza vecchie abitudini,porta tutto ad un livello sistemico di percezione ma i sentimenti in quanto rappresentativi di un cerchio comunque immateriale che ruolo possono svolgere nel percorso digitale ? Theodore è in full immersion,lavora per la sfera affettiva degli altri,scrive lettere d’amore su commissione,forse cercando di smussare nella vena letteraria una propria carenza. Emotivamente è legato ad una storia in disfacimento però essere solo non gli va giù. Ha portato il contatto con la vita nel web ad una fusione percettiva da comandi vocali. Predilige l’udito innescando nel pensiero una fase calda,intuitiva e immediata,che pone in primo piano il riconoscimento della funzione fantastica come visione prioritaria. Il dialogo appare fondamentale in ogni caso,non va lasciato senza seguito al fine di allacciare nuove amicizie e da questa scia arriverà un nuovo OS,Samantha,l’ultima creazione di intelligenza artificiale dell’industria informatica. Utilità e amicizia si fonderanno perché nel device sembrerebbe esserci un’entità superiore di sensibilità che cresce fino a condividere amore,spirito vitale e spinta reciproca all’evoluzione. Una storia dove la relazione,a causa della natura incorporea di uno dei soggetti,porta l’altro a concentrarsi su variabili intime che saranno splendido apporto di sostegno alla sua realtà. Samantha,l’architettura intelligente al contrario apprende il fattore originario determinante della vita materiale,accettandone le variabili del sentimento umano che s’intersecano nel suo dna algoritmico costruendo una creatura indipendente di auto sviluppo. Un film poetico che trae dalla scintilla del voler crescere,continuare a capire quanto il reale possa essere inciso da qualcosa oltre. Per certi versi porta l’intuizione tecnologica dentro quella struttura filosofica che diede vita al pensiero del più bel film di Wim Wenders,Il Cielo sopra Berlino lasciando che Samantha non sia solo il messaggero ma anche il messaggio. Si compie un miracolo del quotidiano e l’immenso universo del web si confonde con l’orizzonte sfumato di una città che pensavamo non aver mai visto e conosciuto,coinvolgendo senso estetico e spirito di rinnovamento etico.
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